La presidente della Commissione Ue von der Leyen: "Sono solo uno slogan, le riserve della Germania sono giustificate". Poi chiarisce: "Nulla è escluso". Gualtieri: "Ora lavori davvero a tutte le opzioni possibili". Cosa sono i coronabond
Doccia gelata di Ursula von der Leyen sui coronabond auspicati dall'Italia e da altri Paesi europei per rispondere all'emergenza coronavirus. Che sull'argomento non ci fosse accordo era già emerso giovedì scorso, vista la fumata nera dei leader Ue che avevano deciso di prendersi due settimane per presentare "proposte" volte ad aiutare gli Stati membri ad affrontare la pandemia di Covid-19. In quella occasione si era confermata la classica divisione nord-sud.
E ieri, in un'intervista alla Dpa, la presidente della Commissione Ue ha detto: "La parola coronabond è una sorta di slogan, dietro c'è la grande questione delle garanzie, le riserve della Germania ma anche di altri Paesi europei sono giustificate". "Ci sono limiti giuridici molto chiari, non stiamo lavorando ad un piano" per i coronabond, ha quindi sottolineato.
Dichiarazioni che non mancano di suscitare polemiche che costringono la presidente a pubblicare una nota: "In questa congiuntura, la Presidente non esclude alcuna opzione entro i limiti del trattato". "Come primo passo stiamo lavorando su una piena flessibilità dei fondi esistenti, come i fondi strutturali. Ciò fornirà immediato sostegno", ha aggiunto. "Per assicurare la ripresa, la Commissione proporrà dei cambiamenti alle proposte per il quadro finanziario pluriennale in modo affrontare le conseguenze della crisi del coronavirus. Queste comprenderanno un pacchetto di stimolo che assicurerà il mantenimento della coesione in seno all'unione attraverso la solidarietà e la responsabilità", si legge ancora.
A giudicare positivo questo chiarimento è il Mef: "'Positivo il chiarimento fornito dalla presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, che ha sottolineato come non sia esclusa nessuna opzione all'interno dei limiti definiti dai trattati'', sottolineano fonti.
Parole di cui prende atto anche il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri che aveva definito "sbagliate" le precedenti: "Ora la Commissione lavori davvero a tutte le opzioni possibili, nessuna esclusa. Non c'è tempo da perdere''.
''Penso che debba arrivare un chiarimento perché in Parlamento due giorni fa avevamo capito altre cose dalla presidente della Commissione'', aveva detto anche dal canto suo il presidente del parlamento Europeo, David Sassoli.
"C'è un dibattito in corso" in Europa sull'utilizzo o meno del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), aveva detto in un'intervista alla spagnola 'Efe' il Commissario Ue per l'Economia, Paolo Gentiloni aggiungendo: "Ci sono Stati membri che ritengono che possa essere lo strumento giusto e altri che ritengono che, in questo contesto, non ne valga la pena. Penso che continueremo questa discussione notando queste divergenze". Come il Mes anche i cosiddetti 'coronabond' sono strumenti che si trovano "nella cassetta degli attrezzi": "L'Eurogruppo lavorerà su queste diverse opzioni senza escluderne nessuna. Ovviamente sappiamo che sull'uso del Mes e sui bond ci sono differenze tra gli Stati e se queste differenze non vengono superate, questi strumenti non saranno utilizzabili".