"La migrazione di 23,1 miliardi dal privato al pubblico avrà un impatto recessivo sull'economia. Stimiamo un calo dei consumi di 8 o 9 decimi, che significano un impatto sul Pil di 4 o 5 decimi. Vuol dire che se le previsioni del Pil sono tra +0,5% e +0,8%, il rischio è che con l'aumento dell'Iva si vada intorno allo zero e un Paese debilitato come il nostro non può permetterselo". Lo dice all'Adnkronos Mariano Bella, direttore Ufficio Studi di Confcommercio, nel commentare il rischio dell'aumento dell'Iva attorno al 25%.
"Sono 18 mesi che si parla di una riduzione delle imposte e l'unica cosa che rischiamo è aumentare l'Iva. L'Italia - dice ancora Bella - corre il rischio di trasformarsi in una caricatura della democrazia, una macchietta. Una perdita di credibilità su tutti i temi ha un impatto deleterio sull'opinione pubblica, che poi non partecipa alla vita democratica".
Sull'ipotesi di un aumento graduale dell'Iva che potrebbe essere messa in campo nell'eventualità di una nascita di un governo Pd-M5s, al fine di scongiurare l'aumento dell'imposta direttamente al 25% nel 2020, "non è una soluzione. E' far finta di non vedere il problema. Un'idea abbastanza triste", sostiene Bella. "Anche se aumentasse gradualmente. di un punto, - aggiunge - significherebbe avere comunque un impatto recessivo di 7,5 miliardi".