Audiweb cambia la nota tecnica che illustra il funzionamento della nuova metodologia di rilevazione dell'audience. E lo fa mentre l'istruttoria di AgCom è tutt'ora pendente, istruttoria che deve valutare la liceità e la pertinenza della nuova metodologia proposta da Audiweb e già in essere, con la collaborazione del fornitore tecnico Nielsen, che si avvale di Facebook come misuratore ultimo.
Nella nuova nota informativa, pubblicata ad agosto, si ammette l'utilizzo di dati personali. Il consorzio ha modificato la parte dove si diceva che ''tutte le informazioni che passano attraverso i data provider es. facebook vengono anonimizzate, i dati a livello individuale non vengono per nessun motivo condivisi con i data provider e nessuna informazione personale viene conservata nella piattaforma né utilizzata in alcun modo nella misurazione''.
Un'eliminazione non da poco se si considera che tutta l’informazione giornalistica che gli italiani leggono in digitale già dal primo giugno viene consegnata ogni giorno ai server americani di Facebook. Pagine viste, tempo speso, utenti unici attivi, stream views: tutto riversato e schedato negli archivi del colosso guidato da Mark Zuckerberg.
Adesso Audiweb, nonostante il contratto siglato a suo tempo con Nielsen sia sempre lo stesso, afferma che ''Nel normale funzionamento del redirect Facebook riceve in chiaro dal browser dell’utente: indirizzo IP; UserAgent e gli ulteriori meta-dati inclusi nel redirect''. Ma non solo: si sottolinea che ''Tale operazione di redirect che include dati in chiaro è̀ tecnicamente indispensabile a rendere il Data Provider in grado di attribuire età e genere agli utenti e, dunque, per l’attività di rilevazione dell’audience relativa alla metodologia Audiweb 2.0''.
Precisazioni che agli occhi degli operatori non appaiono irrilevanti: sono 85 gli editori soci del Consorzio Audiweb che girano automaticamente ad Audiweb i dati di chi accede alle loro pagine. E se i dati non sono completamente anonimi possono sorgere problemi di rispetto della legge sulla privacy; 'Il punto è proprio questo -dice all'Adnkronos Lapo Curini Galletti, legale specializzato in tematiche digitali ed ex consulente dell’autorità per la privacy- se qualcuno nella catena può sapere di chi stiamo parlando, chi è il soggetto e ha i dati in chiaro, allora tutti gli altri soggetti della catena, indipendentemente dal fatto se loro possono o non possono risalire in autonomia al soggetto, comunque devono rispettare la normativa privacy in toto come se lo sapessero. Perché i dati sono pseudoanonimi e quindi bisogna rispettare la normativa come se fossero dati personali in chiaro Per trasferirli devo avere il consenso dell'interessato''.
Ma nessun editore, in questo momento, nei disclaimer relativi alla privacy, sembra indicare correttamente ai propri lettori che i loro dati vengono trasmessi quotidianamente a Facebook. E se è vero che secondo Audiweb il sistema ''̀impedisce al server di Facebook (destinatario della chiamata) di identificare la Url effettiva navigata dall’utente che ha generato il redirect'', è anche vero che Nielsen cripta i dati nel passaggio ma sia Nielsen che Facebook possiedono entrambi l’algoritmo di criptaggio. Così Facebook, secondo alcuni tecnici, potrebbe, volendo, leggere il dato e incrociarlo con la pagina di Facebook della persona arricchendo il profilo della persona in suo possesso con nuove informazioni.
Particolare non da poco se si guarda agli introiti pubblicitari legati a internet. Facebook (che insieme a Google raccoglie il 71% della pubblicità on line totale del mercato italiano e oltre l’80% di quella pianificata su device mobili) fornisce al mercato i dati su cosa fanno gli italiani sul web. E quindi chi ha più audience. Ed è Facebook in sostanza a suggerire dove devono andare gli investimenti pubblicitari di quel che resta del mercato: il 20-30%. Anche perché nella nota informativa è rimasto il passaggio in cui si esplicita che Facebook può operare la deduplicazione dell’audience visionando la corrispondenza dell’utente con i profili facebook attivi.
''Tutta l'attività svolta da Audiweb e Facebook spiega ancora il legale- non ha un livello di applicabilità inferiore della normativa perché si stanno passando dati che non sono del tutto in chiaro: la legge si applica a tutti gli effetti. Se c'e' un rapporto fornitore-cliente allora magari sono stati nominati responsabili esterni, ma se è un rapporto come sembrerebbe anche tra due titolari, Audiweb, e Fecebook, c’è il rischio di un arricchimento del dato’’.