Morto anche un addetto alla sicurezza. Arrestati i genitori del killer
Uno studente di 13 anni spara e compie una strage in una scuola di Belgrado: uccisi 8 bambini e un addetto alla sicurezza. Il giovanissimo killer è stato bloccato e verrà rinchiuso in un istituto psichiatrico. "Vedete che non capisce quello che ha fatto, non ha mostrato rimorso", ha detto il presidente serbo Aleksandar Vucic, in un discorso televisivo dopo la sparatoria che ha scioccato il paese. Sia il padre che la madre sono stati arrestati, ha confermato il presidente. Le autorità serbe hanno proclamato tre giorni di lutto.
L'autore della strage, riferiscono i media serbi, è stato identificato rapidamente. Nato il 30 luglio 2009, non ha ancora compiuto 14 anni e secondo la legge serba non può essere ritenuto penalmente responsabile. Per questo motivo, il suo avvocato, Aleksandar Cvejic, ne ha chiesto il rilascio.
Il massacro è avvenuto questa mattina attorno alle 8.40 nella scuola elementare Vladislav Ribnikar di Vracar, un quartiere del centro di Belgrado. Il 13enne aveva con sé due pistole appartenenti al padre, una da 9mm e l'altra di piccolo calibro, oltre a quattro bottiglie molotov in un sacco. Appena entrato ha ucciso un guardiano dell'istituto e tre scolari, un maschio e due femmine. Poi è entrato nella classe di storia dove ha aperto nuovamente il fuoco, uccidendo altre cinque allieve della scuola. Una delle ragazzine uccise era di nazionalità francese, secondo quanto confermato da Parigi. Altri sei allievi e un insegnante sono stati ricoverati in ospedale, è stato reso noto in una conferenza stampa dei ministri dell'Istruzione, la Salute e l'Interno, oltre al capo della polizia. Una delle bambine ferite è in condizioni critiche.
Il 13enne ha chiamato la polizia dalla scuola, identificandosi e dicendo "Ho ucciso molte persone". Ma la polizia, allertata dal vicepreside, stava già arrivando sul posto. Il ragazzino aveva pianificato tutto con un mese d'anticipo. Aveva tracciato un piano della scuola e stilato una lista degli obiettivi. La classe di storia era stata scelta perché vicina all'entrata. Secondo la polizia, lo schema ricordava un video game o un film horror. Le motivazioni non sono chiare, anche se alcune fonti riportano che il 13enne potrebbe essere stato vittima di bullismo.
Il ragazzino aveva preso le armi in casa, ha detto il ministro dell'Interno Bratislav Garic, aggiungendo che il padre aveva portato una volta il figlio al poligono di tiro. "il padre aveva diverse armi e le teneva chiuse in una cassaforte con un codice. Il 13enne lo conosceva e si è impadronito delle armi e tre caricatori con 15 pallottole", ha spiegato.
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