Il 50% di papà e mamme non conoscono la prima causa di bronchiolite e polmonite nei figli entro i 2 anni
In occasione della Rsv Awareness Week, settimana di sensibilizzazione sul virus respiratorio sinciziale (Rsv) organizzata dalla European Foundation for the care of newborn infants, torna la campagna di Sanofi ‘Together Against Rsv’ per fornire alle famiglie, in forma semplice e coinvolgente, informazioni utili per riconoscerne i sintomi e intervenire tempestivamente in caso di infezione. Con l’autunno arriva infatti la stagione dell’Rsv, virus che infetta almeno una volta quasi tutti i bambini entro i 2 anni di età e che rappresenta la prima causa di bronchiolite e polmonite nel primo anno di vita, ma ancora conosciuto solo dalla metà dei genitori.
L’iniziativa - spiega una nota - gode del patrocinio delle società scientifiche Sip (Società italiana di pediatria), Sin (Società italiana di neonatologia), Siti (Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica) e, da quest’anno, anche di Fimp (Federazione italiana medici pediatri) ed è stata realizzata in stretta collaborazione con il network FattoreMamma, fortemente impegnato nella comunicazione di nozioni utili e affidabili ai genitori con forme di comunicazione a più livelli sviluppate in modo da raggiungere un’ampia audience. "Dopo il successo dello scorso anno - dichiara Mario Merlo, General manager Sanofi Vaccini Italia - siamo orgogliosi di poter dare seguito a questo progetto, necessario per colmare un’esigenza di informazione dei neogenitori, dando loro gli strumenti per muoversi su un terreno ancora troppo sconosciuto e sottovalutato come l’Rsv. Oltre alle attività di sensibilizzazione - continua Merlo - il nostro impegno è costante su più fronti con investimenti per mettere presto a disposizione anche in Italia una soluzione a un bisogno di sanità pubblica per cui finora non esisteva risposta. Parallelamente" in collaborazione con il mondo sanitario e istituzionale per "realizzare un cambio di paradigma nella prevenzione come gli anticorpi monoclonali, a beneficio della salute di tutti i bambini nel loro primo anno di vita".
L’avvio della campagna 2023 è legato al successo dell’iniziativa del 30 settembre e 1° ottobre dell’anno scorso in cui bambini e genitori sono stati coinvolti, attraverso attività ludiche e interattive nell’area della Biblioteca degli Alberi a Milano, in un percorso alla scoperta dell’Rsv e dei comportamenti da adottare per prevenire e combattere il virus. 'Together Against Rsv' prende infatti forma attraverso diversi mezzi: online con il sito dedicato (togetheragainstrsv.it) che spiega in modo semplice e divulgativo cosa sia l’Rsv, sintomi e precauzioni; ma anche sui canali social, con il coinvolgimento di mamme influencer e della pediatra Valentina Paolucci (@ladottoressadeibambini) e sul territorio, con la distribuzione di materiali informativi negli ambulatori pediatrici e nei centri vaccinali.
"Il virus respiratorio sinciziale - afferma Luigi Orfeo, presidente Sin - rappresenta la principale causa di infezioni respiratorie e la seconda causa di morte entro il primo anno di età dei bambini e può avere un impatto a lungo termine: i bambini" che soffrono di "bronchiolite da Rsv, nei primi mesi di vita, hanno un rischio più alto di sviluppare asma nel corso dell’infanzia". La stagione dell’Rsv va solitamente di pari passo con la stagione influenzale. In Italia, nell’ultima stagione, più del 50% delle sindromi simil-influenzali nei bambini di età inferiore ai 2 anni è stato causato da Rsv. Rispetto agli anni pre-pandemia, nelle ultime stagioni si è registrato un tasso più elevato di ricoveri pediatrici causati dal virus. Nel 2021 il 73,5% delle ospedalizzazioni per bronchiolite erano causate da Rsv e il 64%degli ospedali ha dovuto aumentare i posti letto.
"La prevenzione - ricorda Annamaria Staiano, presidente Sip - è una leva fondamentale per evitare il diffondersi di un virus così comune come quello dell’Rsv che si trasmette attraverso tosse, starnuti, contatto fisico con persone o superfici; per evitare che si diffonda è quindi necessaria l’adozione di precauzioni quali l’utilizzo di fazzoletti monouso, il lavaggio frequente delle mani, l’uso della mascherina se raffreddati e l’evitare contatti con altri bambini o adulti che presentano sintomi da raffreddamento". A tale proposito, “noi pediatri di libera scelta - ribadisce Antonio D'Avino presidente Fimp - ci impegniamo con passione e costanza nell’educazione sanitaria delle famiglie e nel loro accompagnamento lungo tutto il percorso di crescita dei figli” e per aiutare “i genitori dei bambini più piccoli a riconoscere questa malattia, favorendo così una diagnosi precoce ed evitando il rischio di ospedalizzazione”. La lotta contro l’Rsv deve essere, secondo Roberta Siliquini, presidente Siti - “un lavoro di squadra” di tutti gli operatori sanitari. “Un ulteriore tassello importante - conclude - è il coinvolgimento dei centri vaccinali e le strutture di sanità pubblica dove i neogenitori si recano per le prime vaccinazioni, necessarie ai loro piccoli, soprattutto nei primi mesi di vita”.
Negli ultimi mesi è cresciuta nella comunità della sanità pubblica la consapevolezza della necessità di un nuovo approccio alla prevenzione dell’Rsv che preveda un concetto più allargato di immunizzazione, contemplando anche gli anticorpi monoclonali per ridurre complicazioni cliniche importanti e dare vantaggi anche in termini economici e di equità di accesso alla prevenzione a livello territoriale, alleviando il carico fisico ed emotivo che l’Rsv rappresenta ancora oggi per le famiglie. Il nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale (Pnpv 2023-2025), recentemente approvato, ha previsto l’inclusione di soluzioni innovative come gli anticorpi monoclonali, come strumento di profilassi.