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Coronavirus, medici Crotone: "Moriamo a mani nude"

L'Ordine: "Ritirare emendamenti a Dl Cura Italia che prevedono una sostanziale immunità per le strutture sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria"

(Afp)
(Afp)
05 aprile 2020 | 09.52
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Operatori sanitari mandati a morte a mani nude nella guerra contro il coronavirus, mentre chi avrebbe il compito di proteggerli viene assolto a priori dai decisori politici. L'Ordine dei medici di Crotone prende una dura posizione contro "alcuni emendamenti presentati nella discussione al Senato sulla conversione del decreto legge Cura Italia, che prevedono una sostanziale immunità per le strutture sanitarie e per i soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria, scagionando le condotte dei datori di lavoro da responsabilità penale, civile ed erariale in relazione agli eventi avversi accaduti durante la pandemia da Covid-19 e in particolare 'in caso di danni agli operatori'".

Il presidente dell'Ordine e il Consiglio direttivo chiedono "che i proponenti tali emendamenti li ritirino immediatamente, riconoscendoci la dignità e il rispetto che ci sono dovuti, chiedendoci scusa per aver pensato di assolvere a priori le istituzioni che avevano, invece, la responsabilità e il dovere di tutelarci". I camici bianchi definiscono gli emendamenti in questione "crudeli, sprezzanti e offensivi per una categoria che, nel combattere e lavorare a mani nude, soccombe giorno per giorno in obbedienza ai propri dettami deontologici e al proprio senso di responsabilità professionale".

"Nel piangere i pazienti - ammoniscono i medici calabresi - piangiamo anche tutti i sanitari deceduti e ammalati, non si sa ancora con quali conseguenze permanenti sullo stato di salute, durante l'esercizio delle proprie funzioni. Non vogliamo essere quegli eroi chiamati a lavorare con abnegazione e spirito di servizio, e tanto basta, ma vogliamo che non ci vengano negati i diritti che uno Stato di diritto deve garantire a tutti i cittadini e lavoratori".

I vertici dell'Ordine dei medici di Crotone avanzano la loro richiesta "seppur consapevoli - precisano - che non è questo il momento più opportuno per puntare il dito su eventuali responsabilità circa le diverse inefficienze emerse nel corso della gestione della pandemia Covid-19", e "per quanto certi che un'eventualità di tale portata, dai risvolti unici per la gravità degli eventi, ha colto, ove più e ove meno, impreparati tutti i governi, ivi compresi quelli riconosciuti come tra i più evoluti in termini di standard organizzativi, livelli socio-sanitari e risorse disponibili".

Governi "colpevoli comunque - sottolineano i camici bianchi - di non aver adeguato i piani per fronteggiare le epidemie, ingannevolmente convinti che i propri livelli socio-economici avrebbero di per sé potuto esorcizzare eventi di tale portata, in quanto fin troppo impegnati in politiche improntate prevalentemente sui temi dell'economia a discapito degli standard sanitari (37 miliardi di euro tagliati sul Fondo sanitario negli ultimi 10 anni in Italia e un decennio di un disastroso austero Piano di rientro in Calabria)".

L'Ordine spiega che "non può e non deve prescindere dal considerare che, a fronte dei numerosi decessi di medici per tale causa, mentre molti altri sono ricoverati in condizioni piuttosto serie e, ancora, si stima che gli operatori sanitari contagiati dal Covid-19 siano circa il 15%", nelle stanze della politica vengano avanzate proposte come quelle contestate.

"Non si vuole colpevolizzare, a prescindere - puntualizza l'Ordine dei medici di Crotone - chi nelle gestioni periferiche/territoriali non è stato messo in condizione, dagli organismi e dalle strutture nazionali preposte alla gestione, di potersi dotare dei necessari Dpi a protezione dei propri operatori sanitari, così come di poter effettuare loro, per tempo, i tamponi a causa dei noti limiti di recettività dei laboratori regionali attualmente accreditati".

E "non si vuole colpevolizzare se i respiratori e i posti letto di rianimazione e Covid-dedicati dovessero, giammai, rivelarsi insufficienti di fronte a una evenienza di più grave portata nonostante gli sforzi profusi dai singoli amministratori per implementarli, certamente queste tutte conseguenze della gravità dell'epidemia. Ma non si può sottacere la sottostima di un'organizzazione apicale piuttosto incerta, lenta e spesso lacunosa".

Ma "per quanto non sia questo il momento delle polemiche", perché "questo è il tempo dell'impegno e del senso di responsabilità tanto dei sanitari quanto degli amministratori e dei cittadini, ognuno per la propria parte", i vertici dell'Omceo chiedono l'immediato ritiro degli emendamenti sopra citati.

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