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Otto studenti su 10 non hanno mai sentito parlare di One Health

Per 90% è dovere della scuola interessarsi alla strategia di interconnessione salute-uomo-ambiente

(Fotogramma)
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13 ottobre 2023 | 15.37
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La One Health non è conosciuta ma dovrebbe essere diffusa nelle scuole. Il 78% degli studenti non ha mai sentito parlare della strategia globale basata sull’interconnessione tra la salute di uomini, animali e piante. E’ un dato leggermente migliore rispetto all’83% del campione più adulto (18-65 anni). Anche se l’88% dei ragazzi non conosce  progetti in quest’ottica, 9 su 10 ritengono che la propria scuola dovrebbe interessarsi a questa strategia globale. Sono alcuni dei risultati dell’indagine nazionale ‘Scuola e One Health’, diffusa oggi a Roma, all’evento di presentazione del percorso ‘One Health-Scuole in azione’  nel corso della terza edizione del ReWriters fest. 

Realizzata su un campione di 600 studenti e studentesse tra i 16 e i 18 anni, rappresentativo per sesso e area geografica, la survey nazionale è stata svolta nel mese di settembre 2023 con metodo Cawi. I dati sono stati confrontati con i risultati di una precedente indagine sulla percezione della One Health realizzata a marzo 2023 nella popolazione 18-65, per cogliere in che misura le conoscenze e le rappresentazioni dei giovani si differenzino da quelle degli adulti. Le survey si inseriscono nel percorso ‘One Health Project’ promosso dall’Esg Culture Lab di Eikon Strategic Consulting Italia Società Benefit e da Healthware Group con il sostegno di Fondazione Msd come main sponsor e dell’Azienda ospedaliera SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria come supporter.

A differenza dell’approccio One Health - evidenzia l’indagine - l’87% ha sentito parlare a scuola dell’Agenda 2030 e degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Emerge soprattutto la centralità del riciclo. I riferimenti alla sfera sociale sono marginali e riferiti all’area della salute, il riciclo e il collegamento con la salute rimandano all’importanza della circolarità, ma non emergono riferimenti espliciti spontanei all’interdipendenza tra umani e non umani nella visione della sostenibilità. Anche se studenti e studentesse non conoscono la One Health, stimolati a rifletterci, mostrano una forte adesione a questa visione. Il 55% crede che il benessere di esseri umani, animali, piante e ambiente sia strettamente dipendente, un dato tuttavia inferiore rispetto alla popolazione 18-65 (75%). Gli scettici sono pochi, ma superiori alla popolazione generale (13% vs. 4%). Il 51% ritiene che che ognuno debba impegnarsi nella cura integrata, ma rispetto al campione 18-65, i più giovani attribuiscono una maggiore importanza al ruolo della politica (33% vs. 26%).

La survey ha anche esplorato le rappresentazioni spontanee di umani, animali, piante e ambiente e della loro relazione reciproca. L’immaginario sugli umani è molto negativo, dominato da un’intelligenza che si associa a distruzione, stupidità ed egoismo. Gli animali, le piante e la natura incarnano invece la positività e la bellezza, minacciate dall’agire umano. Queste rappresentazioni non generano però atteggiamenti fatalisti o disimpegno. Emerge al contrario una forte propensione alla prevenzione. Studenti e studentesse sembrano disposti a cambiare il proprio stile di vita, sia per migliorare la salute di se stessi e degli altri (85%), che quella di animali (82%) e di piante e ambiente (82%). In questo contesto,  quasi 9 su 10 ritiene che anche la scuola dovrebbe impegnarsi nell’educare alla prevenzione e ai corretti stili di vita.

La One Health si conferma come un approccio di riferimento anche rispetto ad obiettivi concreti come l’attivismo, l’antibiotico-resistenza e l’alimentazione sana. Rispetto al campione 18-65, nei più giovani emerge una maggiore attenzione ai problemi legati all’agricoltura intensiva. Nonostante il ritratto distruttivo dell’agire umano, studenti e studentesse, sembrano credere nell’importanza delle persone e delle relazioni come fonte di benessere. Per stare meglio, il 43% sceglie di passare più tempo con gli amici, mentre il 41% del campione 18-65, preferisce passare più tempo nella natura e il 55% ritiene che questo approccio sia utile nella prevenzione di nuove malattie. Inoltre, il 28%, rispetto al 18% degli adulti,  si preoccupa che vengano create condizioni migliori per gli esseri umani. Infine, il 47% pensa che le tecnologie digitali diventeranno fondamentali per prendersi cura di umani, animali, piante e ambiente. Un dato nettamente superiore al 33% espresso dal campione degli adulti.

Tra gli studenti e le studentesse delle scuole italiane - conclude l’indagine - in questo momento sembra esserci un terreno molto fertile per un nuovo approccio sistemico e collaborativo alla salute, che valorizzi la One Health come nuova visione e strategia per un futuro sostenibile, con un consenso molto ampio. Le aree di scetticismo sono marginali ma più significative che nella popolazione 18-65. Un’azione di formazione in grado di coinvolgere e motivare si conferma quindi fondamentale per non dissipare un patrimonio importante di fiducia nella possibilità di generare una nuova relazione positiva tra mondo umano e non umano.

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