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Emicrania, neurologa Tassorelli: "In 5 anni aumentate soluzioni per gestire malattia"

Al 54esimo Congresso Sin: "Grazie agli anti-emicranici di nuova generazione più tollerati ed efficaci i pazienti oggi hanno una migliore qualità di vita"

Donna con emicrania
Donna con emicrania
11 novembre 2024 | 14.37
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"Negli ultimi 5 anni l'armamentario terapeutico dell'emicrania si è enormemente arricchito con farmaci target-specifici. Dagli anticorpi monoclonali diretti contro il peptide correlato al gene della calcitonina (Cgrp) o il suo recettore, che vanno somministrati per via parenterale mensilmente o trimestralmente, agli ancora più recenti gepanti, antagonisti dello stesso recettore, che seguono invece la canonica somministrazione per via orale, i nuovi farmaci stanno cambiando rapidamente lo scenario gestionale dell'emicrania, grazie alla loro efficacia e tollerabilità, ma anche in virtù delle specifiche modalità di somministrazione e di dispensazione". Così Cristina Tassorelli, professoressa di Neurologia all'Università di Pavia, nel suo intervento in occasione del 54esimo Congresso nazionale della Società italiana di Neurologia (Sin) a Roma.

"E mentre molte persone con emicrania che non avevano avuto beneficio dai precedenti trattamenti godono ora di un notevole miglioramento della loro qualità di vita, la ricerca continua con un nuovo anticorpo monoclonale diretto contro un diverso peptide, il Pacap, che si è dimostrato efficace nel trattamento dell'emicrania in uno studio di fase 2. Le buone notizie per medici e pazienti quindi continuano", conclude.

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