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Ematologa Zamagni: "Recidiva mieloma multiplo impatta come diagnosi"

'Per pazienti ricaduta momento traumatico, campagna Mmarea è aiuto psicologico'

Ematologa Zamagni:
14 marzo 2024 | 14.00
LETTURA: 1 minuti

"Il mieloma multiplo fa parte delle malattie linfo-proliferative croniche, un tipo di patologie neoplastiche del midollo osseo. Colpisce la popolazione adulto-anziana, non a caso l'età media di incidenza è intorno ai 70 anni. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti con la prima linea di terapia, qualche cellula resistente nella gran parte dei casi rimane. Queste cellule danno origine alla ricaduta per cui il paziente, con una mediana che attualmente è molto migliore di una volta, dopo circa 6-7 anni tende a sviluppare nuovamente un mieloma attivo con sintomi clinici o caratteristiche che rendono necessario trattarlo di nuovo". Così all'Adnkronos Salute Elena Zamagni, professore associato di Ematologia all'Università degli Studi di Bologna, in occasione della presentazione della campagna informativa 'Mmarea - Il Mieloma multiplo. Onda dopo onda', promossa da Pfizer con Ail e illustrata oggi a Roma.

"Una campagna molto importante - sottolinea l'ematologa - perché ha l'obiettivo di diffondere la conoscenza sul fatto che le ricadute nel mieloma ci sono, sono una realtà e quindi vanno considerate fin dall'inizio, in particolare sotto l'aspetto psicologico. Per i pazienti la ricaduta non dico che sia peggio della diagnosi, ma sicuramente è un altro momento molto impattante". Pertanto questa campagna "aiuta i pazienti ad accettare le ricadute, a comprendere come gestirle e, soprattutto, a far capire alla comunità che bisogna affrontarle insieme: paziente, caregiver, medici ed, eventualmente, un team di psicologi", conclude.

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