'Nel paziente fragile fondamentale impiego nello scompenso prima delle dimissioni per migliori risultati'
Il rimborso di dapagliflozin da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha "un impatto grandissimo" perché rende disponibile, "per la prima volta, un farmaco che è in grado di dimostrare la sua efficacia nei confronti di 3 condizioni cliniche diverse" ossia scompenso cardiaco, diabete e insufficienza renale cronica, "che sono molto frequentemente combinate, soprattutto nei pazienti che di solito stanno nelle divisioni di Medicina interna. Disporre di un trattamento farmacologico così efficace su un paziente multiforme, quindi con diverse caratteristiche, è certamente un aspetto assolutamente straordinario, qualcosa che tutti noi stavamo aspettando da tempo". Lo ha detto Claudio Borghi, professore ordinario di Medicina interna dell'università di Bologna, oggi a Milano, intervenendo a un incontro con la stampa.
"In ambito internistico - spiega Borghi - è fondamentale avere a disposizione un farmaco per lo scompenso cardiaco da poter utilizzare già nella prima fase di ospedalizzazione, perché si tratta di una finestra temporale di azione unica. Dapagliflozin può difatti essere somministrato già prima della dimissione del paziente e più rapidamente la persona viene trattata, prima i risultati sono visibili. Il medico internista vede pazienti anziani, fragili e con comorbidità: per questo, nel contesto internistico, poter utilizzare un farmaco senza effetti collaterali, che unisce grande facilità di utilizzo a un ottimo profilo di somministrazione, apporta benefici davvero rilevanti. Quotidianamente - osserva l'esperto - vediamo pazienti che possono presentare le 3 patologie singolarmente, ma molto spesso anche contemporaneamente, pertanto avere a disposizione un singolo farmaco come dapagliflozin efficace e sicuro in questi contesti clinici permette realmente di poter impattare sulla qualità di vita dei pazienti e migliorare la gestione di queste patologie".
Come ribadisce Borghi, l'arrivo di questo farmaco, per la “medicina interna è una sorta di sogno realizzato. La maggior parte dei nostri pazienti - chiarisce lo specialista - hanno in generale un numero che oscilla dalle 5 alle 12 diverse patologie che ruotano di volta in volta nel generare il quadro clinico principale, per cui alcune volte diventa molto difficile immaginare quale sia la terapia prevalente o rendere compatibili diversi trattamenti". Un trattamento che risponde bene per 3 patologie spesso presenti contemporaneamente semplifica non solo la terapia, perché "da qualsiasi parte consideriamo il paziente esiste sempre una possibilità di entrare con successo", ma anche l'aderenza al trattamento con risultati che si sono dimostrati "rivoluzionari per tutte le patologie per cui è indicato, permettendo un aumento della sopravvivenza - evidenzia Borghi - e un notevole miglioramento della qualità di vita".