Migliorare la salute del cervello "deve essere una priorità assoluta e i leader del G7 possono fare la loro parte per coordinare politiche globali e per adottare un approccio One Health". Questa la richiesta dei neurologi Paul Boon, Elena Moro e Matilde Leonardi, dell'European Academy of Neurology, che hanno pubblicato nella sezione 'Salute', assieme al neurologo canadese Hachinski, l'articolo "Changing the mindset " che sollecita i leader del G7 e i leader politici di ogni Paese ad occuparsi della salute del cervello. L'articolo sarà consegnato a tutti i delegati che parteciperanno al Vertice di Puglia.
L’invecchiamento della popolazione e il cambiamento dello stile di vita sono fattori di rischio ormai associati automaticamente alle patologie cardiache. In realtà, sono anche tra i principali responsabili di molte malattie neurologiche che rappresentano la seconda causa di morte e la prima causa di disabilità a livello globale. Nonostante l’elevata incidenza di patologie neurologiche, l'accesso ai servizi di prevenzione è insufficiente, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito. Per questo motivo, si legge nel paper, "occorre essere coraggiosi e adottare soluzioni globali, multilivello e pragmatiche per promuovere la salute del cervello, non solo quando si manifesta una patologia, ma durante tutto l’arco della vita come auspicato anche dall’Oms”.
Per i neurologi, prendersi cura della salute del cervello deve "entrare nella prospettiva di miglioramento della salute che ogni Paese può e deve adottare, promossa a ogni livello tanto da poter essere seguita dalla maggior parte delle persone e in contesti totalmente diversi - precisano - Ci sono infatti attività molto semplici che con il minimo sforzo possono aiutare a raggiungere importanti risultati in termini di prevenzione". “Attività fisica e sonno regolare, una dieta equilibrata e il controllo della pressione arteriosa, smettere di fumare e coltivare connessioni sociali che promuovono le funzioni cerebrali, mentali e sociali, sono azioni che fanno bene al nostro cervello - ricorda Matilde Leonardi, direttore della Sc Neurologia, salute pubblica, disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione Irccs Istituto neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia europea di neurologia - Se solo il 10% delle persone cambiasse mentalità potremmo assistere ad una trasformazione piuttosto veloce".
"Per farlo occorre proprio cambiare approccio - sottolinea - passando dall'affrontare i problemi al prevenirli. L'Italia è in prima linea con pochi altri paesi, Finlandia, Svizzera, Norvegia, India, nel promuovere la salute del cervello e il 12 marzo scorso, coordinata dal presidente della Società italiana di neurologia, Alessandro Padovani, è stata lanciata alla Camera la Strategia Italiana per la salute del cervello 2024-2031".
In questa partita globale per la salute del cervello e la riduzione dell'impatto delle malattie mentali e neurologiche anche la politica può fare la sua parte. Nel documento gli esperti esplicitano in tre punti le azioni che i leader del G7 e ogni governo dovrebbero intraprendere: dichiarare la salute del cervello (neurologica, mentale e sociale) una priorità assoluta lungo tutto l'arco della vita delle persone; coordinare, integrare e catalizzare le politiche sulla salute cerebrale e mentale; collegare i piani globali, regionali e nazionali per la salute del cervello e stimolarli a implementare un approccio One Health al centro dei sistemi di cura, delle politiche e degli interventi.