Un’innovativa procedura di tiroidectomia per via endoscopica. Al Gemelli di Roma arriva la Toetva (tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare), per togliere la tiroide senza cicatrici: poche settimane fa è stato eseguito dagli endocrinochirurghi del policlinico capitolino un intervento di asportazione attraverso la bocca. La procedura è stata inventata nel Sud-Est asiatico (Tailandia), dove le cicatrici sul collo costituiscono un importante stigma culturale. La paziente sottoposta qualche settimana fa a questo intervento sta bene ed è molto soddisfatta dei risultati.
"Sono oltre 1.500 gli interventi di tiroidectomia effettuati ogni anno al Policlinico Gemelli - ricorda Marco Raffaelli, direttore della Uoc di Chirurgia endocrina e metabolica di Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs e ordinario di Chirurgia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma - di questi almeno la metà per tumori della tiroide, che possono insorgere anche in persone molto giovani. E sono in molti, soprattutto tra le giovani donne, ad avere una certa ritrosia ad accostarsi a questo tipo di intervento, per timore che possa lasciare una cicatrice visibile sul collo. Per questo, la nostra offerta si è arricchita negli anni di procedure che non lasciano cicatrici visibili sul collo, quali la chirurgia robotica per via transascellare, con il robot da Vinci. Ed è su questa scia che abbiamo deciso di ampliare la nostra offerta chirurgica con la Toetva”.
"La maggior parte degli interventi di tiroidectomia - prosegue Raffaelli - continueranno a essere effettuati attraverso la collaudatissima tecnica chirurgica tradizionale e con la tecnica mini-invasiva video-assistita, che lascia in genere una cicatrice di piccole dimensioni (un paio di cm). Ma per chi non vuole cicatrici sul collo, possiamo proporre la chirurgia robotica per via trans-ascellare e da oggi anche alla Toetva, per cercare di offrire al paziente che abbiamo di fronte, l’intervento più consono alle sue esigenze”.
La tecnica Toetva è relativamente recente - nasce nel 2014 - e per arrivare a utilizzarla è necessario effettuare corsi di formazione e simulazioni (cadaver lab), perché è un intervento che ha alcune peculiarità nella tipologia di approccio. Non ci si può improvvisare, insomma. "Come Società europea di endocrinochirurgia - prosegue Raffaelli - abbiamo organizzato su questa procedura innovativa anche corsi di formazione in Turchia, in collaborazione con l’Università di Izmir e con il patrocinio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Policlinico Gemelli, poiché siamo coinvolti come docenti”.
La Toetva resta al momento un intervento eseguito ancora in pochi centri in Italia e nel mondo, ha indicazioni limitate e richiede un’accurata selezione dei pazienti. Sono esclusi ad esempio quelli con tiroidi molto voluminose o in precedenza operati o irradiati sul collo - ricordano gli esperti - La procedura si effettua in anestesia generale e con intubazione naso o oro-tracheale. Si praticano tre piccole incisioni all’interno della bocca, sotto il labbro inferiore, attraverso le quali si introducono gli strumenti endoscopici e si procede quindi all’intervento di tiroidectomia, rimuovendo poi la tiroide dalla bocca. L’intervento dura almeno un paio di ore. Tra le possibili complicanze, la lesione del nervo mentoniero, con perdita di sensibilità a livello del mento.