Rischio povertà in Italia e nel mondo: è allarme rosso
Oltre il 25% dei cittadini italiani è a rischio povertà o esclusione sociale seppur con percentuali che variano molto da regione a regione e con un picco massimo di oltre il 50% in Campania. Sono questi alcuni dei dati Istat relativi al 2021 che fotografano una situazione allarmante. Oltretutto, nell'attuale contesto economico caratterizzato dall'aumento dei prezzi e dal caro energia, le prospettive per il futuro non fanno presagire nulla di buono.
Chi sono i nuovi poveri in Italia? Qual è la situazione negli altri Paesi? Quali sono i mezzi per cercare di arginare la povertà? Adnkronos e Datafactor di Expleo hanno cercato di rispondere a questi ed altri quesiti a partire dall'analisi dei dati ricavati da fonti diverse: Istat, Eurostat, INPS, World Inequality Report – un rapporto del Word Inequality Lab presso la Paris School of Economics che fornisce stime sulla disuguaglianza globale del reddito e della ricchezza sulla base dei risultati del World Inequality Database.
Ma prima di tutto chiariamo alcuni concetti legati alla povertà. Secondo quanto indica l'Istat il rischio di povertà o esclusione sociale è la percentuale di persone che si trova in una delle seguenti condizioni:
- rischio di povertà: si verifica quando il reddito netto è inferiore alla soglia di rischio fissata al 60% della mediana della distribuzione individuale del reddito netto equivalente
- grave deprivazione materiale: si verifica quando una persona si trova nella condizione materiale di non riuscire a pagare le bollette o permettersi l'acquisto di determinati beni di uso comune
- bassa intensità lavorativa: si verifica quando il rapporto tra il numero di mesi lavorati da una persona durante l'anno di riferimento dei redditi e il numero di mesi teoricamente disponibili per le attività lavorative è inferiore a 0,20