"Qui ci abita un antifascista". Un adesivo sulla porta, con tanto di divieto, a segnalare l'appartenenza dell'inquilino. E' quanto accaduto a Pavia e denunciato su Twitter da Alessandro Caiani, ricercatore e docente di politica economica dell'Università della cittadina lombarda, che ieri sera si è ritrovato l'inquietante adesivo attaccato sul cancello di casa.
"Ieri - ha spiegato stamane Caiani in una serie di tweet, dopo aver diffuso la foto del 'marchio' trovato sulla porta - ho trovato questo adesivo attaccato al cancello di casa. Qualche valoroso neofascista si è preso la briga di scoprire dove abito, aspettare che non fossimo in casa e lasciarmi questo messaggio intimidatorio. È successo almeno anche a un altro antifascista". A diversi, stando in realtà alle numerose denunce sui social sempre da Pavia.
Un gesto inquietante, che Caiani riconduce senza troppi sforzi a militanti di estrema destra: "Ecco cosa succede - scrive ancora - quando si lasciano i neofascisti liberi di aprire sedi, fare manifestazioni e presentarsi alle elezioni, lasciando impunite le loro aggressioni squadriste. Sciogliere subito CasaPound e Forza Nuova. A chi negherà l'esistenza del problema - avverte poi in un altro tweet - come successo di fronte a episodi ben più gravi e a chi penserà "se l'è cercata sicuramente". No genietti, non me la sono cercata: sono i fascisti che vengono a cercarti prima o poi se li si lascia fare. Il fascismo è questo".
Caiani, che ha trovato e fotografato l'adesivo nella serata di ieri, ha deciso di lasciarlo al suo posto "perché - spiega ancora -, a differenza dei fascisti, posso non provare vergogna di quello che sono". L'adesivo, dopo la denuncia, è poi stato rimosso da ignoti. Ma sotto al post del professore universitario, insieme alla solidarietà, continuano ad aggiungersi segnalazioni della 'caccia all'antifascista'.
Sul raid sta indagando la Digos. Alla questura è arrivata una segnalazione telefonica che ha attivato tutte le procedure di verifica. Le indagini, secondo quanto trapela, attualmente si stanno svolgendo su 'fonti aperte' e riguarderebbero "una decina di casi", ma non è escluso che ve ne siano altri. Gli uomini della Digos sono al lavoro per capire quale sia la vera entità del fenomeno.
Ieri ho trovato questo adesivo attaccato al cancello di casa. Qualche valoroso neofascista si è preso la briga di scoprire dove abito, aspettare che non fossimo in casa e lasciarmi questo messaggio intimidatorio. È successo almeno anche a un altro antifascista. Facciamo girare. pic.twitter.com/pfaW2stLxF
— Alessandro Caiani (@ale_caiani) 3 marzo 2018
#Pavia: anche un componente del comitato della mia sezione ANPI ha trovato sulla porta di casa l’adesivo con la scritta sbarrata “qui ci abita un antifascista”. Lo stesso altri compagni, membri di organizzazioni o attivisti per proprio conto. Cc @anpi_pavia @Anpinazionale
— Luca Casarotti (@lucacasarotti) 3 marzo 2018
A #Pavia , intanto, sui portoni delle case degli #antifascisti appaiono questi adesivi. Minacce #fasciste in stile mafioso. Tutto tristemente e vigliaccamente già visto. Ogni pseudo Voltaire che si ostina a non negargli ogni spazio è complice, sia chiaro pic.twitter.com/mvi9J0wuG6
— Samurai Delicatessen (@DelicateSamu) 3 marzo 2018
"Qui c'è un sindaco antifascista" in campo contro case 'marchiate'