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Quarta dose, Speranza: "Numeri devono necessariamente crescere"

Appello del ministro della Salute: "La mortalità oscilla tra gli 83, 84, 85 anni, e fare il booster può salvare la vita"

(Fotogramma)
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10 maggio 2022 | 12.56
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"E' in corso un altro pezzo di campagna" vaccinale contro Covid-19, quello sulla quarta dose per over 80, ospiti delle Rsa e 60-79enni con patologie che li rendono vulnerabili. Una fase "che io ritengo particolarmente rilevante e i cui numeri devono necessariamente crescere nelle prossime settimane". Lo ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo all'evento 'SocioTechLab. La tecnologia che fa bene alle persone', promosso da Spi Cgil.

Proprio al sindacato, rivolgendosi alla platea, il ministro ha chiesto auto "per il tipo di rapporto che questa sala ha con la fascia più fragile della nostra popolazione. Vi chiediamo una mano perché la vostra rete sul territorio è una rete essenziale che può aiutarci a coinvolgere tante di queste persone", ha sottolineato Speranza ribadendo che, anche se grazie all'elevata copertura vaccinale siamo entrati in una fase nuova della pandemia di Covid, "abbiamo bisogno di tenere alto il livello di attenzione". “La mortalità oscilla tra gli 83, 84, 85 anni, e fare il booster può salvare la vita”, ha sottolineato.

"Sul piano comunicativo - ha osservato il ministro - è come se dal 24 febbraio", giorno in cui è iniziato l'attacco della Russia all'Ucraina, "d'un tratto non ci sia più la pandemia, ma solo la guerra. Questo produce una maggiore difficoltà a lanciare messaggi, invece ancora abbiamo persone che purtroppo perdono la vita" per l'infezione da Sars-CoV-2 e "sono prevalentemente persone sopra gli 80 anni. Io penso che con il secondo booster" di vaccino "una parte di queste vite può essere più protetta". Da qui l'appello alla Cgil, a contribuire nella diffusione di un messaggio salvavita.

Speranza ha poi continuato: "Sono tornato da poco dagli Usa, dove mi sono confrontato con il ministro della Salute e con Anthony Fauci: sul terreno delle vaccinazioni abbiamo standard tra più alti a livello mondiale, siamo al 91,5% di prime dosi somministrate alla popolazione e solo un grande Paese riesce a fare 137 mln di dosi in 15-16 mesi. Un risultato figlio di una rete di capillarità dai medici di famiglia alle farmacie, ma credo che ci sia stata anche una attenzione alla comunicazione, con messaggi corretti alla popolazione che hanno favorito risultati positivi".

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