La premier interviene alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo e su Trump dice: "Ue sia pragmatica, prevenire guerre commerciali". Poi sulla Siria: "L'Italia è pronta a interloquire con la nuova leadership"
"Nonostante le aspre polemiche dico che con la nomina di Fitto in Ue è 'missione compiuta'". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 19 dicembre. "Credo che il ruolo assegnato sia adeguato al peso della nostra nazione in Europa, si conferma la capacità del nostro governo di far valere le ragioni dell'Europa in Italia".
"Certamente non si è trattato di un percorso semplice né immune da polemiche politiche anche aspre", ha aggiunto la presidente del Consiglio. "Un italiano è stato nominato vicepresidente esecutivo della Commissione europea, un politico di valore, stimato in Italia e in Europa. A lui, a Raffaele Fitto, è stato affidato un portafoglio importante, che vale complessivamente circa 1.000 miliardi di euro tra i Fondi delle politiche di coesione del bilancio 2021-2027, circa 400 milioni di euro, ai quali vanno sommati quelli della nuova programmazione che verrà, in ogni caso, definita da questa Commissione e le risorse del Next Generation EU, circa 600 milioni di euro, competenza che Fitto condividerà con il Commissario Dombrovskis".
"Così come la vicepresidenza esecutiva assegnata al Commissario italiano non è, per noi, semplicemente un titolo onorifico, ma è piuttosto uno strumento concreto che consentirà al Commissario italiano di supervisionare e coordinare le politiche dell'Unione europea in settori strategici come l'agricoltura, la pesca, i trasporti, il turismo, l'economia del mare e l'housing sociale", ha detto Meloni.
La premier, intervenendo alla Camera, ha sottolineato anche "la nostra straordinaria condizione di stabilità è un importante capitale che l'Italia deve saper mettere a frutto, consente di rafforzare la cooperazione con i partner e attrarre gli investimenti esteri. Primo dovere per garantire stabilità spetta alla maggioranza che ringrazio per la coesione dimostrata".
"Oggi più che mai di fronte a sfide complesse, con il rischio di marginalizzazione della Ue, di irrilevanza, abbiamo bisogno di focalizzare l'attenzione sulla missione dell'Europa, partendo dalle ragioni profonde che ci tengono insieme", ha detto Meloni.
Per la presidente del Consiglio, inoltre, "è indispensabile mantenere un approccio pragmatico, costruttivo e aperto con la nuova amministrazione Trump sfruttando le aree di potenziale e fruttuosa cooperazione Ue-Usa e cercando di prevenire diatribe commerciali che certamente non farebbero bene a nessuno".
Poi la Siria. "Da ciò che abbiamo visto accadere in Siria in pochi giorni, la caduta del regime di Assad è una buona notizia, giustamente celebrata dalla popolazione siriana dopo oltre un decennio di guerra civile. Le forze ribelli che si sono affermate sono eterogenee, hanno una diversa estrazione, interessi potenzialmente contrastanti, c'è ovviamente preoccupazione per il futuro della Nazione", ha affermato la premier. "L'Italia unica - ha aggiunto - tra le nazioni del G7 ad avere un ambasciata aperta a Damasco è pronta a interloquire con la nuova leadership siriana, ovviamente in un contesto di valutazione e azioni condivise con i partner europei internazionali".
"I primi segnali sembrano incoraggianti, ma serve la massima prudenza, alle parole devono seguire i fatti e sui fatti giudicheremo le nuove autorità siriane - ha avvertito - Ma non ci saranno spazi per nuovi nuclei terroristici, ne parlerò a Bruxelles".
La premier ha anche ribadito che "la pace giusta in Medio Oriente passa solo dalla soluzione dei due Stati. L'Autorità nazionale palestinese è l'unico interlocutore possibile, l'Europa deve giocare un ruolo da protagonista, Abbas che ho incontrato la scorsa settimana ha ringraziato l'Italia per la sua postura equilibrata", ha sottolineato.
Parlando del Libano, la premier ha evidenziato che "il raggiungimento di una tregua è un importante passo in avanti sul quale il governo italiano è stato costantemente impegnato. L'Italia, come ho avuto modo di confermare anche sabato scorso al primo ministro libanese Mikati, farà la sua parte per contribuire al monitoraggio del rispetto dell'accordo" volto a "garantire piena sovranità al Libano".
La presidente del Consiglio si è dunque soffermata sull'operato dei "nostri soldati presenti nella missione Unifil e che questo governo non ha mai voluto ritirare proprio perché era consapevole che sarebbero stati fondamentali una volta cessate le ostilità. E consentitemi in quest'Aula di inviare, a nome di tutta la nazione, un ringraziamento sentito alle donne e agli uomini delle nostre forze armate in Libano che, così come hanno sempre fatto e fanno in tutto il mondo, sono rimasti al loro posto con coraggio e senso del dovere al servizio della nazione e della pace. Un impegno molto forte quindi dell'Italia a favore della stabilità, della sovranità libanese. Ma è ovvio che anche l'Unione Europea può e deve contribuire al nuovo equilibrio nel Paese dei cedri e sono soddisfatta del fatto che, anche su impulso italiano, l'Unione Europea abbia a sua volta cominciato a sostenere le forze armate libanesi con un primo contributo di 15 milioni di euro che è stato deliberato lo scorso settembre".
Quanto all'Ucraina la premier ha ribadito ancora una volta che "siamo in campo per la costruzione di una pace giusta e duratura, basata sulla carta dell'Onu, è il nostro obiettivo. Dobbiamo coinvolgere attori globali per raggiungere una pace giusta, l'Italia farà la sua parte".
E "l'incontro che avrò con il presidente Zelensky alla vigilia del Consiglio europeo insieme ad altri leader europei e al segretario generale della Nato Rutte permetterà di ribadire i nostri principi e di riaffermare la linea di azione comune".
"Si tratta di un'occasione importante anche per discutere del futuro del conflitto - ha aggiunto - mantenendo uno stretto coordinamento sui prossimi passi da compiere. Come sempre guardare al futuro dell'Ucraina significa anche immaginare la sua ricostruzione che va sostenuta insieme alle istituzioni finanziarie e internazionali e al settore privato".
Poi il tema immigrazione. La presidente del Consiglio ha evidenziato che in Ue "l'Italia ha ruolo decisivo, soprattutto per la politica dei rimpatri, va rivisto il concetto di Paese di origine sicura, è improcrastinabile la revisione della direttiva sui rimpatri. Occorre accelerare sui Paesi terzi".
Riguardo al protocollo sull'Albania "è argomento che è stato oggetto di recenti provvedimenti giudiziari, dal sapore ideologico, che se fossero sposati nella loro filosofia di fondo dalla Corte di Giustizia Ue rischierebbero di compromettere le politiche di rimpatrio di tutti gli Stati membri". Si tratta di "una prospettiva preoccupante e inaccettabile che occorre prevenire con determinazione - ha aggiunto - allo stesso modo continueremo a lavorare con i quindici Stati membri firmatari della lettera con la quale si chiedeva alla Commissione di individuare soluzioni innovative per contrastare l'immigrazione".
"Tra queste soluzioni innovative c'è ovviamente anche il protocollo tra Italia e Albania - ha affermato la premier - Voglio ribadire anche in quest'Aula che intendiamo andare avanti nell'attuazione di questo protocollo, nel pieno rispetto della legge italiana e delle norme europee".
Relativamente "all'accordo Ue-Mercosur l'Italia condivide la necessità di tornare ad investire in sud America, ma bisogna garantire i nostri agricoltori, sono dunque necessari meccanismi di salvaguardia - ha sottolineato - Non si tratta di nuovi accordi, ma della sostenibilità di questi accordi, come per l'agricoltura". "Il Mercosur deve garantire crescita anche all'agricoltura europea, ci siamo battuti per far cadere la contrapposizione ideologica tra sviluppo e sostenibilità, stiamo studiando, stiamo proponendo richieste che chiediamo di accogliere, in assenza di questo, l'accordo Mercosur non ci sarà", ha messo in chiaro.
Sulla crisi dell'automotive "il quadro è tuttaltro che positivo, pesa il modello di decarbonizzazione basato sull'elettrico, che rischia di portare al collasso l'industria europea, chiediamo la sospensione delle multe nei confronti delle case costruttrici - ha detto Meloni - Vogliamo riaprire il capitolo della neutralità tecnologica".