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Ddl sicurezza, opposizioni: "Si stralci l'articolo 31, apre alla schedatura di massa"

"Spionaggio istituzionalizzato senza controllo, nelle università i professori potranno essere obbligati a fornire informazioni sull'orientamento politico dei loro studenti; i medici sulle cartelle cliniche..."

Ddl sicurezza, opposizioni:
18 marzo 2025 | 13.25
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Opposizioni unite contro il Ddl Sicurezza e contro l'articolo 31 del medesimo disegno di legge di cui è stato coralmente chiesto lo stralcio durante il convegno in Senato 'Articolo 31 Ddl repressione - I rischi per la democrazia'. Stasera il ddl sarà in Commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia, poi passerà in Aula del Senato. "In un ddl sicurezza, che sarebbe più corretto chiamare ddl Repressione, in cui c'è già una deriva autoritaria con una strategia che mira a limitare le libertà individuali e che è indigeribile di per se' - interviene per il M5s Alessandra Maiorino - l'articolo 31 è uno strappo democratico che dà mano libera ai servizi segreti in tutte le pubbliche amministrazioni senza controlli". "Un paese democratico non ha bisogno di spionaggio istituzionalizzato. Invece la Pubblica amministrazione sarà obbligata a fornire dati sensibili dei cittadini. Noi chiediamo il ritiro immediato dell'articolo 31", contro il quale Roberto Scarpinato, senatore pentastellato, "ha lanciato il primo allert", ricorda Maiorino.

"L'articolo 31 può mettere in pericolo la democrazia", commenta Scarpinato. "Abbiamo chiesto che almeno prima ci voglia il parere del Copasir, ma ci hanno risposto con un no senza spiegare il perché! Ed è grave che anche questa richiesta sia stata disattesa". "I poteri dei servizi - prosegue l'ex magistrato - con una tecnica di sgocciolamento negli anni sono stati aumentati con un norma qui ed una lì. Il risultato quale è? Si è creata una totale asimmetria tra Copasir e servizi segreti... La parola magica sicurezza è diventata il passepartout per scassinare il diritto di privacy dei cittadini". Quando il Ddl sarà legge, "all'interno delle università i professori potranno essere obbligati a fornire informazioni sull'orientamento politico dei loro studenti; i medici sulle cartelle cliniche... Insomma per la indeterminatezza della norma si creerà la possibilità di una schedatura di massa".

Concorda il senatore Pd Andrea Giorgis: "Il ddl affronta il tema sicurezza in prospettiva demagogica. Dalla lettura dei resoconti sommari delle decine di sedute si scoprirà che le opposizioni sono intervenute sempre nel merito senza mai ricevere una risposta sulle singole disposizioni. Cosa si vuole fare: superare il segreto istruttorio con l'articolo 31? Quale è l'obiettivo? Lo si dica e si dica il perché". "Ddl Repressione? Chiamiamolo Ddl Intimidazione, perchè ha lo scopo di intimidire il dissenso - prende la parola il senatore Pd Alfredo Bazoli - Il che è molto preoccupante perché tutti i giuristi che abbiamo audito in commissione lo hanno definito illiberale: mette a repentaglio le nostre libertà costituzionali in cambio di una sicurezza che non può essere garantita".

"Resta ed è evidente - dice la senatrice Iv Dafne Musolino intervenendo anche a nome di Ivan Scalfarotto impossibilitato a partecipare - che in un Paese che ha ancora ferite aperte sulle stragi, c'è una disposizione che incoraggia ad andare avanti in questo senso". Concorda Giuseppe De Cristofaro (senatore Avs): "In un paese come il nostro, delle stragi di stato della sovranità limitata, di Gladio...penso si debba essere molto cauti nel dare questo ruolo ai servizi limitando tra l'altro autonomia dell'università che è il caposaldo della democrazia. Si può concederle la circolazione libera delle idee oppure nel governo Meloni questo è vietato?". Conclude Ilaria Cucchi: "Mia preoccupazione è che nella società civile non ci sia percezione di quanto grave sia la situazione. Questo provvedimento, così come tutti i provvedimenti di questa legislatura, è stato scritto a tavolino per colpire gli ultimi", partendo dal divieto di resistenza passiva nelle carceri e nei cpr.

L'articolo 31 del ddl sicurezza prevede che "le pubbliche amministrazioni e i soggetti che erogano servizi di pubblica utilità siano tenuti a prestare al Dis, all’Aise e all’Aisi collaborazione e assistenza necessarie per la tutela della sicurezza nazionale”. Ed inoltre che i servizi segreti “possono stipulare convenzioni con questi soggetti, nonché con le università e con gli enti di ricerca. Le convenzioni possono prevedere la comunicazione di informazioni anche in deroga alle normative di settore in materia di riservatezza. Scarpinato ricorda che "i servizi sono la scatola nera dei poteri dello Stato". (di Roberta Lanzara)

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