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Fratelli d'Italia, l'appello di Arianna Meloni: "Ora responsabilità, tutti con Giorgia"

Direzione partito prova a stemperare toni su toghe. Santanchè presente (per poco): "Avanti uniti"

Arianna Meloni - (Fotogramma)
Arianna Meloni - (Fotogramma)
02 febbraio 2025 | 00.04
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Avanti uniti, al fianco di Giorgia Meloni, perché "questo è il tempo della responsabilità": la "traversata nel deserto" è stata lunga ma oggi Fratelli d'Italia "è il grande partito della Nazione" e ognuno è chiamato a fare la propria parte, "rispettando oneri e onori". Non c'è la premier a scaldare la platea della direzione nazionale del partito, riunita allo spazio 'Roma Eventi' di Piazza di Spagna. Ma è sua sorella Arianna, responsabile della segreteria politica di Fdi, a tracciare la rotta nell'intervento conclusivo dell'assemblea a porte chiuse durata circa quattro ore, dove i riflettori dei media erano puntati soprattutto su Daniela Santanchè (unico ministro a non intervenire dal palco e tra i primi a lasciare la sala, per "impegni già presi").

E' un appello alla compattezza, quello che Arianna Meloni rivolge ai quasi duecento dirigenti stipati nel centro congressi: "L'Italia - scandice la responsabile del tesseramento Fdi - è stata svenduta a lungo, ora è il tempo di capire da che parte stare. Dobbiamo realizzare ciò che ci eravamo promessi di fare quando abbiamo iniziato a fare politica". L'orizzonte è la fine della legislatura, nel 2027: "Abbiamo riportato i nostri valori in sicurezza" ma ora "l'impegno deve essere maggiore. Ognuno per il suo ruolo". Ancora una volta è 'Il Signore degli Anelli' di Tolkien a fornire spunti metaforici: "Giorgia è il nostro Frodo e noi siamo la Compagnia dell'Anello. L'anello è pesante, dobbiamo aiutarla nella fatica di portarlo senza mai indossarlo".

Direzione partito prova a stemperare toni su toghe

Prima il caso Almasri, poi la decisione della decisione del Tribunale di Roma di sospendere il trattenimento dei 43 migranti portati in Albania hanno aperto un nuovo fronte con la magistratura. Nel partito c'è chi accarezza l'idea della piazza per rimarcare la supremazia della politica sulle toghe: in un questionario di ieri destinato a iscritti e militanti si parlava proprio di questo. "Le piazze appartengono al nostro codice genetico", dice il ministro della Protezione civile Nello Musumeci, che avverte: "Se la politica perde autorevolezza, la magistratura ne occupa lo spazio".

Ma uno scontro totale con la magistratura in questo momento sarebbe solo deleterio per il governo e per il partito leader della maggioranza. Questo, i dirigenti di Via della Scrofa lo sanno bene e infatti, negli interventi dei principali rappresentanti della direzione si cerca il più possibile di tenere i toni bassi e di circoscrivere la polemica con i giudizi a "una minoranza" di toghe politicizzate. Sia Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri, che il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (capo delegazione di Fdi al governo) avrebbero insistito su un punto, secondo quanto rileva l'Adnkronos: essere garantisti - il senso del loro ragionamento - "non vuol dire combattere la magistratura", il problema semmai sono quei giudici che si muovono per fini politici e cercano di condizionare le scelte del governo attraverso le correnti.

Non esiste - osserva Lollobrigida, per esempio - che un partito nato nell'ammirazione di Paolo Borsellino possa essere contro la magistratura. Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto prova a gettare acqua sul fuoco 'smontando' l'idea dello scontro istituzionale tra potere esecutivo e giudiziario: non c'è un problema con la magistratura - la sintesi del suo pensiero - ma con quei singoli che sono sempre stati schierati politicamente e che utilizzano il proprio ruolo per fare la 'guerra' al governo, mentre la stragrande maggioranza delle toghe agisce correttamente. A margine dei lavori, il responsabile dell'organizzazione di Fdi Giovanni Donzelli sembra bocciare l'idea di una manifestazione contro le 'toghe rosse': "Noi siamo tutti i giorni per le strade e per le piazze... Non siamo mai contro nessuno, figuriamoci se contro la magistratura. Eventualmente, siamo in ogni piazza e in Parlamento per fare la riforma della giustizia e valorizzare ancor di più la magistratura".

Santanchè all'assemblea

La direzione di Fdi è anche il primo momento in cui Santanchè si confronta con il partito dopo il rinvio a giudizio per il caso Visibilia e soprattutto dopo le tensioni nate dal suo "chissenefrega", da molti letto come un atto di sfida verso Fratelli d'Italia. Arriva a direzione iniziata, dribbla i cronisti, nonostante il pressing a marcatura strettissima - non senza qualche momento di tensione per la ressa scatenata - e se ne va in anticipo, "per impegni già in agenda". La giornata politica della ministra per il Turismo, arrivata a Roma Termini con un treno da Milano, si consuma nel giro di poco più di un'ora. L'imprenditrice tiene un profilo basso, sarà infatti l'unico esponente del governo a non prendere la parola dal palco, a differenza dei ministri Lollobrigida, Foti, Urso, Musumeci, Abodi, Calderone e Schillaci (molto applauditi, questi ultimi due).

Seduta vicino a Donzelli, con cui scambia qualche battuta, alla sua destra ha il senatore Guido Castelli. Con loro anche il ministro per il Pnrr, Tommaso Foti. La 'Santa' preferisce affidare a un post su X, con tanto di foto assieme al responsabile dell'organizzazione di Fdi e al commissario per il sisma del 2016, la sua posizione: "Orgogliosi del percorso che stiamo facendo e della fiducia che ogni giorno gli italiani ci dimostrano. Continueremo a lavorare uniti per raggiungere traguardi sempre più ambiziosi". Un post che pare ribadire l'intenzione di non interrompere il cammino di governo, facendo capire, a chi nutriva dubbi, che neanche gli ultimi scossoni la porteranno alle dimissioni.

Una dimostrazione di forza, di fronte ai vertici del partito, che arriva via social, dopo aver incassato parole di solidarietà proprio da Donzelli, sollecitato sul tema Santanchè all'arrivo al meeting. "La fiducia di Fratelli d'Italia per il lavoro di Santanchè non è mai venuta meno", aveva sottolineato il deputato meloniano. In sala, poi, nessuno dal palco la cita, non derogando a quello che sembra quasi un ordine di scuderia a evitare conflitti: solo il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, durante il suo intervento, si premura di rivolgerle un saluto, vedendola alzarsi per andare via. Qualcuno non esclude che la ministra sarebbe potuta rientrare poco dopo, per continuare a prendere parte ai lavori, magari intervenendo. Ma non sarà così.

(di Antonio Atte e Francesco Saita)

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