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Amadori: "Aggressività non solo da uomini ma anche da donne"

Il professore all'Adnkronos: "Nessuna consulenza, sono solo un consigliere di Valditara"

Alessandro Amadori (Fotogramma)
Alessandro Amadori (Fotogramma)
21 novembre 2023 | 14.03
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"Le polemiche per la mia collaborazione sul tema della violenza di genere al ministero? Preciso che non ho una consulenza, sono solo un consigliere del ministro Valditara e seguo alcuni progetti all'Istruzione sull'apprendimento". Lo dice all'AdnKronos Alessandro Amadori, il professore finito nella polemica per la nomina a Viale Trastevere a coordinatore del progetto 'Educare alle relazioni'. Nomina che registra le critiche (e pure interpellanze parlamentari) di chi ha ricordato le sue posizioni sul tema della violenza di genere, ritenute da alcuni anti-femministe. Posizioni che però l'autore del libro scritto a ridosso delle ultime politiche con il futuro ministro Valditara, 'L'Italia che vogliamo', con prefazione di Matteo Salvini, ora circoscrive, senza rinnegare: "Ho solo sostenuto che anche da parte delle donne c'è una sfera di aggressività, che non è quella criminale dell'uomo, ma porta a valutazioni troppo rigide nei confronti dei maschi".

Amadori cita un altro volume: "Come si legge nel libro 'La guerra dei sessi', che ho pure scritto con una donna (Cinzia Corvaglia, ndr), le donne usano uno schema quasi antropologico per valutare i maschi, aumentando le distanze tra i sessi. Mentre se da una parte bisogna imbrigliare l'aggressività maschile, dall'altra anche per le donne serve un percorso per arrivare a una vera alleanza di genere". "Queste -assicura - sono cose su cui sto studiando da tre anni, e noto che i due sessi sono sempre più separati ed esercitano forme crescenti di rigidità, quella maschile è criminale, quella femminile è la cifra di una crescente separazione, anche se è vero che da parte loro si sta assistendo a una certa maturazione".

"L'aggressività - sottolinea il direttore Scientifico di Yoodata - è parte del genere umano, dell'uomo e anche della donna, non si può considerare il maschile come unica forma di ogni male, ogni genere lo esprime in forma diversa. Oggi - ammette - c'è una emergenza di quello maschile, ma dobbiamo lavorare sui due generi contemporaneamente, altrimenti non ci sarà soluzione".

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