Valditara (210mila euro) e Sangiuliano (204mila euro) tallonano il Guardasigilli
E' Carlo Nordio il 'Paperone' del governo Meloni. Al centro delle polemiche in questi giorni per la riforma della giustizia e l'uso delle intercettazioni telefoniche, il Guardasigilli, eletto deputato nelle fila di Fratelli d'Italia, è protagonista anche della classifica (ancora parziale) delle dichiarazioni dei membri del Cdm pubblicate di recente sul sito di palazzo Chigi, nella sezione trasparenza. Il titolare della Giustizia, infatti, è quello più ricco con un imponibile (per l'anno 2021) di 232mila 438 euro. A tallonarlo ci sono il medico Giuseppe Valditara, indicato dal Carroccio alla guida dell'Istruzione, con 210mila 411 euro, e l'ex direttore del tg2 ora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (204mila 780 euro).
A ruota seguono il responsabile del dicastero per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi con 175mila 076 euro; la ministra del Lavoro e politiche sociali, Marina Elvira Calderone (166mila 443 euro); il ministro per gli Affari regionali e l'autonomia, il leghista Roberto Calderoli con 147mila 077 euro; la forzista Anna Maria Bernini, ex capogruppo al Senato del partito di Silvio Berlusconi, ora a capo del ministero dell'Università (121 mila 987 euro). Dietro si posizionano il responsabile del ministero per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci (105mila 497 euro); la ministra per le Disabilità, l'esponente del Carroccio, Alessandra Locatelli (104mila 960 euro).
Sotto i 100 mila euro si attestano, per ora, sei esponenti della squadra governativa: i ministri della Funzione pubblica Paolo Zangrillo (98mila 471 euro); dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (99mila 982 euro) e dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (94mila 540 euro). A questi vanno aggiunti il numero due azzurro Antonio Tajani, vicepremier e responsabile della Farnesina (54mila 434 euro); la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella (47mila 690 euro) e, fanalino di coda, Raffaele Fitto. L'ex governatore della Puglia sulla carta è quello con le deleghe più pesanti, a cominciare dalla gestione dei fondi del Pnrr, ma spulciando i 730 di tutti i suoi colleghi, risulta il 'più povero' con un imponibile di 2089 euro percepito nel 2021, perché, spiegano nel suo entourage, il reddito da europarlamentare uscente è tassato alla fonte, cioè a Bruxelles. L'analisi dei conti in tasca ai ministri non è definitiva, visto che non tutti hanno comunicato i loro dati.