"Questioni di etica" dice all'Adnkronos Alessandra Laterza, titolare della libreria 'Le Torri' di Tor Bella Monaca
"La mia è una scelta etica, io non vendo scarpe o vestiti, ma libri. E vendendo libri, proprio attraverso i libri mi interessa raccontare quello in cui credo". Così Alessandra Laterza, la titolare della libreria 'Le Torri' del popolare quartiere romano di Tor Bella Monaca, spiega all'Adnkronos il perché della scelta di non vendere nel suo negozio il libro di Giorgia Meloni, 'Io sono Giorgia', edito da Rizzoli. Una scelta esplicitata dalla Laterza sul suo profilo Facebook dove ha postato la foto del libro scrivendo: "Io sono una libraia e questo libro non lo vendo! So scelte, mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria... alla lotta e al lavoro, il mio è indipendente!".
"Aprire una libreria a Tor Bella Monaca non risponde all'esigenza di vendere solo libri - spiega la Laterza - ma anche di raccontare forma di resistenza civile. Se il pensiero della Meloni non mi rappresenta non vedo perché devo vendere io suo libro e metterlo in vetrina, è una scelta che nasce anche dal mio sentire: io cerco, attraverso i libri, di raccontare un mondo inclusivo, diverso da quello di certa propaganda politica", sottolinea la libraia che chiarisce come nel suo negozio, unica libreria nata in 40 anni nel popolare quartiere della periferia Sud di Roma, "non solo si vendono libri, ma proviamo a fornire altri servizi, come i laboratori per i bambini, la musica e le presentazioni di libri con dibattiti".
C'è la precisa volontà di "raccontare delle storie", dice Alessandra Laterza, precisando: "Non che la politica non entri nella mia libreria, l'ultima presentazione fatta è quella del volume che racconta la storia di Aurelia Sergi Petroselli ('Storia Di Una Ragazza Italiana. Aurelia Sergi Petroselli' di Gaetano Buscemi, ndr), alla quale sono intervenuti Walter Veltroni e Roberto Morassut. Il 19 presentiamo un libro di Cristiana Alicata e parteciperà Alessandro Zan. Sarà l'occasione per riflettere sul ddl Zan contro l'omotransfobia, in cui io credo. Lo confesso - dice - sono più vicina alla sinistra e la propaganda della destra su certi temi non mi interessa. Mi hanno accusato di avere censurato il libro della Meloni, ma è un'accusa sbagliata perché la censura è un'altra cosa. Semplicemente non lo vendo nella mia libreria, chi vuole può comprarlo tranquillamente altrove. Lei - osserva - al bar sotto casa trova sempre le caramelle che le piacciono? Io no, il bar dove vado non le vende. Ora - ride - gli faccio causa...". E conclude: "Credo che le librerie debbano essere come i Caffè Letterari di una volta che servivano a far riflettere. La mia libreria è come un Caffè Letterario a Tor Bella Monaca, vuole far riflettere".