Non era esigente Napoleone, nessun radicalismo, nessuna civetteria nel vestire. Gusti e costumi spartani, un uomo parsimonioso. Una veste da camera e pantofole a casa, in battaglia e nelle occasioni ufficiali solo e unicamente la divisa di colonnello dei granatieri della guardia o quella dei cacciatori della guardia. Per il rigido inverno solo un pastrano grigio, caldissimo. Strano destino quello di Napoleone. Il suo Impero fu amato dalla moda. Uno stile, soprattutto quello femminile, che rompeva i canoni dell'ancien regime.
Addio parrucche e uomini incipriati, corsetti e panier rococò, le donne 'si spogliano' e si scoprono. In molti scrissero, "in modo indecente", sinonimo di eleganza, ma anche di indipendenza e spirito libertario e libertino. Trasparenze, pizzi e decolleté, ballerine in raso e sete ricamate, stivaletti senza tacco, tuniche à la grecque, à la juive, à la russe con lavorazioni a plumetis, decori greci e floreali, ricami in filo d'oro, d'argento, con pietre preziose.
Per il giorno spencer, le signore predilgevano pellicce con cappuccio, cappelli a larghe falde e scialli soprattutto in cachemire. Sembra che Joséphine de Beauharnais, moglie di Napoleone ne avesse collezionati alla Malmaison circa 300.
"Con Napoleone le donne ricominciarono finalmente a respirare, nel vero senso della parola - ha spiegato all'Adnkronos lo studioso e collezionista Renato d'Aquino- L'Imperatore le liberò dagli orpelli e dalle sovrastrutture della moda. Per una simile rivoluzione bisognerà aspettare il '900 e Coco Chanel". Un revival neoclassico, quello dell'Impero, lanciato dalla fascinosissima Joséphine, vedova Beauharnais, non ancora imperatrice dei francesi, dopo la Rivoluzione e dalle Merveilleuse, audaci signore del Direttorio scampate alla ghigliottina. Una moda, uno stile di vita che si protrasse per circa 20 anni e che l'haute couture del '900 ridestò da un lungo sonno.
Da Dolce & Gabbana che nel 2006 si lasciarono ispirare dalle tuniche 'napoleonienne' allo stilista inglese Alexander McQueen, allo spagnolo Manolo Blahnik con le sua calzature ispirate all'Impero e prima ancora, nel lontano 1992 l'irriverente John Galliano dedicò il suo défilé a 'Napoléon & Joséphine', mentre recentemente Michael Kors si è lasciato (2020) sedurre dal cappotto militare indossato da Napoleone in un celebre ritratto di Jacques -Louis David. Antesignana degli stilisti la maison Hermès con Philippe Ledoux che nel 1963 disegna meravigliosi foulard in seta con le stampe del condottiero a cavallo.
Vita alta appena sotto il seno, nastri e cinture in raso, gonne dritte e lunghe, maniche a palloncino (ricordate Natasha- Audrey Hepburn in 'Guerra e Pace' diretta da King Vidor con i costumi realizzati da Fernanda Gattinoni?). Non restarono indifferenti alla sofisticata eleganza dello stile Impero Dior, Balenciaga, Romeo Gigli, sedotti da Napoleone anche celebri creativi come Chanel, Valentino, Armani, Luisa Beccaria, Versace che nel 2006 firmò modernissimi abiti tagliati sotto il seno e vaporosi sui fianchi, mentre Roberto Cavalli disegnava preziose camicie dalle maniche a sbuffo, mentre l'eccentrico e disincantato Moschino faceva sfilare cappotti sartoriali e redingote degne di Paolina Bonaparte, amatissima sorella dell'Imperatore e principessa Borghese, immortalata dal Canova. l