"Le condizioni fissate a luglio non verrebbero soddisfatte" dice una fonte all'Adnkronos
Il governo e Unicredit si preparerebbero ad annullare i negoziati su Mps, dopo che gli sforzi per raggiungere un accordo sarebbero falliti. Più che sul capitolo ricapitalizzazione, la difficoltà sarebbe legata al rispetto delle condizioni accordate tra le parti a luglio scorso. "Le condizioni fissate a luglio non verrebbero soddisfatte, quindi si rischia che possa saltare l'operazione", dice una fonte all'Adnkronos. "La stessa due diligence ha fatto emergere problematiche complesse e quindi entrambe le parti stanno trovando difficile trovare una soluzione che rispetti le pre-condizioni", spiega ancora.
Nel comunicato del 29 luglio scorso UniCredit e il Mef, in qualità di azionista di maggioranza di Banca Monte dei Paschi di Siena, avevano fissato i presupposti per la potenziale operazione. Tra i principali presupposti concordati con il Mef per verificare la fattibilità dell'operazione a livello patrimoniale ed economico, c'è "la neutralità della stessa rispetto alla posizione di capitale del gruppo su base pro forma".
E ancora: "un accrescimento significativo dell'utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell'operazione e in ogni caso il mantenimento dei livelli attuali di utile per azione anche prima di tener conto delle possibili sinergie al 2023; l'esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all'attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali; l'esclusione dei crediti deteriorati e l'adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire; l'accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all'esercizio delle attività commerciali".
Se davvero dovesse esserci lo stop ai negoziati su Mps per il governo sarebbe più difficile rispettare gli impegni assunti con l'Ue di riprivatizzare la banca entro l'aprile del 2022.
Unicredit, interpellata dall'Adnkronos, non si espone oltre sulle indiscrezioni di stampa secondo cui il governo e il gruppo bancario si preparerebbero ad annullare i negoziati su Mps, ma si limita a un "no comment". Secondo quanto risulta all'agenzia, più che sul capitolo ricapitalizzazione, la difficoltà dell'operazione sarebbe legata al rispetto delle condizioni accordate tra le parti a luglio scorso.
"Se le indiscrezioni fossero confermate sarebbe confermato anche quello che ebbi modo di dire fin dai primi giorni dello scorso agosto, cioè che l'operazione Unicredit avrebbe creato una macelleria sociale, oltretutto a spese dello Stato e quindi di tutti i cittadini contribuenti" dice il sindaco di Siena Luigi De Mossi. "Attendiamo notizie certe, credo ancora ci sia la possibilità di trovare strade alternative e solide per dare un futuro solido alla banca più antica del mondo".
"Da parte nostra, assieme alle istituzioni territoriali come Regione e Provincia, oltre alla Fondazione Mps, continueremo in ogni caso a perseguire quelli che erano e rimangono punti irrinunciabili: la tutela del marchio, la tutela dell'occupazione, il radicamento della banca al territorio anche attraverso il mantenimento della direzione generale a Siena e la tutela del patrimonio artistico e immobiliare - spiega De Mossi - Su questi punti non dobbiamo abbassare la guardia. Mi attendo anche che le promesse in campagna elettorale siano mantenute da chi è stato eletto in Parlamento come espressione di questo territorio e ha dichiarato a più riprese di volersi impegnare concretamente per la comunità senese. Noi lo abbiamo fatto e continueremo a farlo".