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Meloni sempre più leader europeo, i nodi nella maggioranza

08 gennaio 2025 | 10.41
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Il premier Giorgia Meloni è in carica dal 22 ottobre 2022 ed è entrata nel suo terzo anno a Palazzo Chigi. Può contare su un consenso stabile e può già vantare una longevità significativa guardando alle abitudini degli ultimi due decenni. Inizia il 2025 con una posizione di forza anche a livello internazionale. Considerata da Politico.eu “la persona più potente d’Europa”, ha vissuto da protagonista il processo di formazione della nuova Commissione Ue guidata da Ursula Von der Leyen, ottenendo la nomina di Raffaele Fitto alla vicepresidenza esecutiva, con deleghe importanti. In un contesto segnato dall’incertezza politica in Germania, con le elezioni alle porte, e in Francia, con il presidente Emmanuel Macron indebolito dall’instabilità politica interna, Meloni è la leader europea di riferimento anche grazie al rapporto privilegiato con il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che si insedia alla Casa Bianca il 20 gennaio. Meloni, infatti, è una dei pochi leader stranieri che hanno incontrato Trump in Florida dopo le elezioni del 5 novembre. E’ la conferma che per la nuova amministrazione Usa, Meloni sarà l’interlocutrice privilegiata nella Ue e avrà una sorta di ruolo-cerniera con la commissione di Ursula von der Leyen e i leader dei grandi Paesi europei. «Ha davvero preso d'assalto l'Europa» ha detto non a caso di lei Trump definendola una «donna fantastica». Il vero motore del viaggio, secondo diverse fonti, è il caso di Cecilia Sala. Formalmente e sino al 20 gennaio il dossier è gestito dall’amministrazione Biden, che sarà a Roma in visita al Papa e alla stessa Meloni fra pochi giorni, ma una valutazione incrociata delle carte è in corso.

Meloni, guardando all’Italia, deve però fare i conti con la tenuta degli equilibri interni alla maggioranza che la sostiene. Con la Lega di Matteo Salvini e Forza Italia spesso su posizioni diverse, finalizzate a ottenere provvedimenti identitari in cui si possano riconoscere i rispettivi elettorati di riferimento, a contendersi il ruolo di seconda forza alle spalle di FdI. L’ipotesi di un rimpasto di governo è sempre sullo sfondo, mentre il terreno di confronto fra le diverse anime del centrodestra si sposta dalla legge di Bilancio appena archiviata alle riforme costituzionali, Autonomia differenziata e Premierato, che impegneranno il Parlamento nei prossimi mesi.

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