Il ruolo dell’economia circolare e i dati del position paper di Iren in collaborazione con The European House – Ambrosetti
Nel 2040 l'economia circolare potrà soddisfare fino al 32% del fabbisogno annuo di materie prime strategiche dell'Italia. Questo è quanto è emerso nel corso dell'evento promosso da Iren presso l'Ara Pacis a Roma, al quale hanno partecipato esperti del settore e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. (VIDEO)
Un'iniziativa dove è stato presentato il Position Pay per materie prime critiche e produzioni industriali italiane e le opportunità derivanti dall'economia circolare realizzato da The European House Ambrosetti in collaborazione con Iren. Una ricerca che dimostra come l'incremento della dotazione impiantistica in termini di recupero e riciclo delle materie prime critiche sia l'azione più urgente da intraprendere a beneficio della sicurezza del sistema economico italiano.
"Abbiamo fatto uno studio per comprendere l'importanza del ruolo dei metalli rari delle materie critiche nella filiera industriale italiana, cioè capire sostanzialmente quali sono quelle filiere industriali che sono impattate da questi materiali così rari e così poco diffusi in natura e che sono commercializzati da pochissime entità, in particolare dalla Cina. La dipendenza della filiera italiana ai metalli rari è molto grande, ci siamo accorti in questi anni che sia l'America che l'Europa è dipendente da questi materiali e non ne controlla l'approvvigionamento. Quindi lo studio serve a capire quali sono i materiali essenziali per l'industria italiana e cercare di proporre delle soluzioni nell'approvvigionamento".
"Lo studio che The European House Ambrosetti presenta oggi vuole fare il quadro sulle materie prime critiche nel contesto delle filiere industriali, imprenditoriali, manufatturiere europee e italiane in particolare e capire quali sono i rischi di sicurezza e di indipendenza
rispetto ai Paesi, ma anche capire quali sono le implicazioni di medio e lungo termine per le diverse filiere industriali e per l'autonomia nazionale".
"Il loro progetto noi lo condividiamo, lo vogliamo incentivare, cioè quello di realizzare un'economia circolare sulle materie prime critiche, così come è uno degli importanti obiettivi di questo rapporto dell'Unione Europea, in modo che l'Italia, almeno su questo, assuma la leadership in Europa. Lo può fare perchè proprio sull'economia circolare, l'Italia ha la leadership in Europa e io credo che la possa avere anche per quanto riguarda le materie prime critiche".
Al centro della ricerca quindi ci sono le materie prime che sono centrali per l'industria europea, perché rientrano in tecnologie chiave per la politica energetica e digitale in un contesto in cui l'Europa e l'Italia sono fortemente dipendenti da Paesi terzi. Nel 2023 la Commissione Europea ha infatti stabilito che entro il 2030 l'estrazione, la raffinazione e il riciclo debbano soddisfare rispettivamente almeno il 10, 40 e 15% del fabbisogno di materie prime critiche. Un fatto che vede quindi il bel Paese necessitare di politiche volte a garantire un approvvigionamento sicuro e resiliente perché il fabbisogno di materie prime critiche strategiche crescerà fino a 11 volte rispetto ad oggi.
"La nostra Europa ci dice giustamente, noi assolutamente condividiamo, che bisogna raggiungere al più presto l'autonomia strategica dell'Europa sulle materie prime critiche per non passare dalla subordinazione che abbiamo pagato a carissimo costo dall'energia fossile russa a una peggiore e più grave subordinazione alla Cina sulle materie prime che servono alla transizione ecologica e digitale".
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