Le mascherine sono uno degli strumenti fondamentali per la prevenzione dal contagio da Covid-19. Tra le tipologie più diffuse ci sono le chirurgiche, che garantiscono protezione dal virus ma che allo stesso tempo stanno generando un grave impatto ambientale. Altroconsumo ha condotto un’analisi sull’impatto dell’utilizzo delle mascherine usa e getta nelle scuole e ha realizzato un test che dimostra la possibilità, in ambito di comunità, di riutilizzare questi dispositivi di protezione attraverso il lavaggio in lavatrice.
Secondo il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, è possibile indossare nelle aule sia mascherine usa e getta che in tessuto, anche autoprodotte. Tuttavia, molte scuole permettono soltanto l’utilizzo delle chirurgiche in quanto nel nostro Paese non esiste uno standard che certifichi la validità di quelle in stoffa. Secondo l’analisi Altroconsumo, considerando il numero degli studenti italiani (6.763.544) e le ore di lezione, il numero di mascherine utilizzate supera i 33 milioni in una settimana. Questa ingente quantità corrisponde a 135 tonnellate di rifiuti e a 118 tonnellate di Co2.
Altroconsumo si è quindi interrogata sulla possibilità di allungare il ciclo di vita delle mascherine usa e getta. Analizzando un campione di mascherine (non rappresentativo) distribuite nelle scuole italiane ha dimostrato che è possibile riutilizzare i dispositivi, lavandoli in lavatrice, almeno 5 volte. L’associazione ha analizzato in primis la filtrazione e la traspirabilità delle mascherine distribuite nelle scuole: tutti i prodotti hanno ottenuto valutazioni eccellenti per quanto riguarda la filtrazione, migliorabile la traspirabilità di 1 dei prodotti.
In secondo luogo, è stato verificato se ci fosse un cambiamento di performance di questi prodotti dopo 5 lavaggi a 60° (lavaggio intenso per testare le mascherine in condizioni di stress) dimostrando che, non solo tutte le mascherine mantengono invariate le proprietà filtranti ma migliorano addirittura in termini di traspirabilità. Analoghi studi erano stati eseguiti in Francia, dove numerosi enti si sono posti la stessa domanda e hanno dimostrato, attraverso test di laboratorio, che le mascherine chirurgiche possono essere lavate in lavatrice a 60°, asciugate in asciugatrice e riutilizzate fino a 10 volte, senza perdere la propria efficacia.
”I risultati delle nostre analisi potrebbero condurre a ripensare il modo in cui studenti e cittadini utilizzano le mascherine usa e getta e ridurre efficacemente lo spreco di questi prodotti, che dovremo utilizzare ancora per molto tempo. Riteniamo sia fondamentale diffondere un messaggio educativo sull’utilizzo di questi dispositivi di protezione attraverso una modifica delle indicazioni d’uso. Ma non solo: è importante anche introdurre uno standard che permetta alle persone di identificare in maniera corretta e sicura le mascherine di comunità in stoffa e lavabili, efficaci ed affidabili, al fine di contribuire all’effettiva diminuzione degli sprechi e dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’ambiente” ha dichiarato Ivo Tarantino, Responsabile Relazioni Esterne Altroconsumo.
Ecco alcuni consigli per lavaggio e riduzione sprechi. Lavare le mascherine con il normale bucato, così da ottimizzare il numero di lavaggi; Temperatura: i test sono stati effettuati a 60° per misurare la tenuta delle mascherine in condizioni più stressanti, ma per la sanificazione bastano 30° (che permettono anche di inquinare meno); Evitare l’aggiunta di additivi che contribuiscono all’inquinamento del pianeta.