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Luca Varani, il delitto che sconvolse Roma

Marco Prato, a giudizio il 10 aprile per la morte di Luca Varani (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Marco Prato, a giudizio il 10 aprile per la morte di Luca Varani (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
21 febbraio 2017 | 18.00
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Manuel Foffo condannato a 30 anni di reclusione con il rito abbreviato e Marco Prato a giudizio il 10 aprile davanti alla I Corte d'Assise di Roma per l'omicidio del 23enne Luca Varani. E' arrivata la decisione del gup sui due ragazzi, accusati dell'omicidio efferato che ha sconvolto la Capitale. E' la notte tra venerdì 4 e sabato 5 marzo dello scorso anno quando Luca Varani viene torturato e ucciso in un appartamento di via Igino Giordani, in zona Collatina, nel corso di un festino a base di sesso, alcol e droga.

L'allarme scatta quando il proprietario di casa, Manuel Foffo, racconta tutto al padre che chiama il 112. Nell'abitazione della Collatina i carabinieri trovano il corpo senza vita del 23enne, intanto viene rintracciato anche Marco Prato, accusato insieme a Foffo del delitto, che intanto si era rifugiato in un hotel tentando il suicidio.

Dalle indagini tecniche del perito nominato dal gip, emerge che Varani è stato stordito e ucciso con almeno 100 tra colpi di martello e coltellate. Foffo e Prato, come risulta dalle indagini, cercano di ripulire l'abitazione gettando gli abiti della vittima e il suo cellulare in un cassonetto, ma vengono arrestati poco dopo il delitto. "Volevamo uccidere qualcuno, volevamo vedere l'effetto che fa'' dirà Foffo ai carabinieri.

Concludendo le indagini il pm Francesco Scavo ricostruisce tutta la vicenda ricordando che i due indagati dopo aver fatto entrambi ripetuto uso di sostanze alcoliche e stupefacenti la mattina del 4 marzo avevano girato in automobile "alla ricerca di un qualsiasi soggetto da uccidere o comunque da aggredire solo al fine di provocargli sofferenze fisiche e ucciderlo".

Entrati nell'abitazione di via Igino Giordani Foffo e Prato contattano Varani invitandolo nell'abitazione dove si trovavano. Qui, secondo la ricostruzione fatta dal magistrato, il giovane "fu fatto denudare per avere con lui una prestazione sessuale, gli offrirono una bevanda con psicofarmaco tanto da stordirlo. Poi l'aggredirono". Dopodiché provarono a soffocarlo colpendolo alla testa e in altre parti del corpo per cento volte fino a farlo morire dissanguato. I due arrestati, intanto si accusano a vicenda, scaricando uno sull'altro le responsabilità principali del delitto.

Il 21 dicembre scorso il pm chiede il rinvio a giudizio per entrambi con l'accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato. I due ottengono però un giudizio separato. Foffo chiede e ottiene di poter essere giudicato con rito abbreviato mentre Prato sceglie quello ordinario. Il 6 febbraio scorso arriva la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione per Foffo e il rinvio a giudizio per Prato. Oggi la sentenza.

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