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SpaceX, Musk risponde a Salvini: "Un accordo? Sarebbe grandioso"

Su X il vicepremier aveva definito il fondatore di Space X "una figura di spicco nell'innovazione globale"

Matteo Salvini ed Elon Musk - Agenzia Fotogramma
Matteo Salvini ed Elon Musk - Agenzia Fotogramma
07 gennaio 2025 | 13.35
LETTURA: 8 minuti

Un accordo tra l'Italia e Starlink? "Sarebbe grandioso, altri Paesi in Europa chiederanno di averlo". Elon Musk risponde così in post su X a Matteo Salvini, che ieri aveva commentato sul social network l'ipotesi di intesa definendola "un'opportunità e non una minaccia". Per il leader della Lega, Musk è "una figura di spicco nell'innovazione globale".

Nelle ore scorse la presidenza del Consiglio aveva smentito la firma di contratti con SpaceX dopo le indiscrezioni di 'Bloomberg'. L'agenzia stampa aveva riferito di una trattativa in atto tra il governo italiano e SpaceX per la fornitura di telecomunicazioni sicure, sottolineando che "le discussioni sono in corso e non è stato raggiunto ancora un accordo finale sul contratto quinquennale" che ammonterebbe a circa 1,5 miliardi di dollari.

Le voci di Bloomberg e la smentita del governo

L'accordo prevederebbe la fornitura di una gamma completa di servizi crittografia di alto livello per le comunicazioni telefoniche e l'uso di Internet utilizzati. Secondo Bloomberg, il piano avrebbe subito un'accelerazione dopo l'incontro tra il premier Giorgia Meloni e il presidente designato degli Usa Donald Trump in Florida. Una cena a cui non era presente Elon Musk.

La Presidenza del Consiglio, in una nota di Palazzo Chigi, ha smentito "che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l'uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink". "Le interlocuzioni con SpaceX - si legge nella nota diffusa ieri da Palazzo Chigi - rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati".

La stessa Presidenza del Consiglio "smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l'incontro con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump".

Il pressing delle opposizioni su Meloni: "Venga in aula"

"Il miliardario sudafricano sconfessa Giorgia Meloni. Dopo il post di Musk in risposta a quello Salvini, è sempre più urgente che il governo spieghi al Parlamento cosa sta trattando, o contrattando, con Space X. Qualcuno non sta dicendo la verità", così il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di palazzo Madama. "E’ necessario un chiarimento in Parlamento, non basta un comunicato stampa. L’Italia - ha continuato - non può permettersi di affidare a un monopolista come Musk le comunicazioni strategiche senza gara e senza discussione parlamentare. E’ in gioco la sicurezza nazionale, dati sensibili nelle mani di un soggetto privato e straniero, e sono il gioco gli interessi del Paese in un importante settore come quello aerospaziale. Meloni non può passare dalla difesa dell’interesse nazionale all’amichettismo sovranista".
Dopo la risposta di Elon Musk a Matteo Salvini, tanti altri i commenti della politica. Il portavoce nazionale di Forza Italia e vice-capogruppo vicario alla Camera Raffaele Nevi ha dichiarato ad Affaritaliani.it: "Serve molta prudenza quando si parla di sicurezza nazionale e di dati sensibili. Da parte nostra non c'è alcun no pregiudiziale, ma la richiesta al governo di essere molto cauti". "Bisogna valutare attentamente - ha detto - se c'è la convenienza per il nostro Paese per siglare queste intese, vanno tutelati i dati della privacy degli italiani e va garantita la massima attenzione sulla cybersecurity. Nessuna pregiudiziale di Forza Italia su Musk e le sue aziende, ma massima attenzione, prudenza e cautela certamente".

Il deputato Pd Andrea Casu ha dichiarato in aula: "A due mesi dal 12 novembre, quando per la prima volta siamo intervenuti per chiedere una informativa urgente della presidente Meloni, torniamo a chiedere di informare il Parlamento dello stato dell'arte della trattativa con Musk. Rabbrividiamo di fronte al fatto che l'Italia apprenda gli aggiornamenti attraverso fonti giornalistiche d'oltre oceano e le comunicazioni su X di Musk. Stiamo parlando di mettere in mani straniere le chiavi della sicurezza e della difesa presente e futura del Paese. Ma l'Italia non si svende".

"Su Starlink palazzo Chigi smentisce l’accordo con Musk, il quale però smentisce Meloni, che viene smentita anche da Salvini: sembra un rompicapo invece sono le balle spaziali su cui il nostro governo sta galleggiando da giorni dopo l’indiscrezione di Bloomberg su Space X. E’ arrivato il momento che Meloni dica la verità agli italiani e al Parlamento", sono le parole del segretario di +Europa, Riccardo Magi.

 Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali, ha invece detto nell’aula della Camera che la notizia "desta profonda preoccupazione". "Non solo noi di Avs ma l’opinione pubblica si chiede se questo governo intenda utilizzare i soldi degli italiani per ingraziarsi politicamente Donald Tump ed Elon Musk: sarebbe gravissimo", ha dichiarato.

"Regalare un pezzo della nostra sicurezza nazionale ad Elon Musk significa svendere il Paese", ha dichiarato in una nota il segretario del Psi, Enzo Maraio. "Il governo - ha continuato - ha il dovere di comunicare al parlamento e al Paese, con la trasparenza che questo caso delicato richiede, in nome di quale accordo si vogliono consegnare a un’azienda extraeuropea i dati sensibili dei cittadini italiani. Meloni e Salvini si contraddicono mentre evidentemente è stata affidata a Elon Musk la politica estera del nostro Paese. Un pericoloso caso di superficialità, mancanza di strategia e asservimento".

Anche Matteo Renzi ha commentato la notizia, intervenendo a L'aria che tira, su La7. "La space econony è cruciale, prendiamo il migliore. E' Musk? Discutiamo, non c'è solo lui. Ma non vai a fare una cena e decidi di dare 1,5 miliardi a un amico che è venuto ad Atreju. Fai un percorso di trasparenza e dici, secondo me Musk è un genio e ha la tecnologia migliore. Ma il miliardo e mezzo non è della sora Giorgia o della sorella ma degli italiani", ha dichiarato il leader di Iv.

"Un accordo con Elon Musk? Noi faremo le barricate", dice Carlo Calenda. "Elon Musk è un signore che, secondo tutti gli analisti indipendenti, è il principale diffusore di fake news, uno che dice che il premier inglese copre i pedofili, sostiene l'ultradestra in Germania, attacca la Francia. E noi pensiamo davvero di mettergli in mano le comunicazioni criptate, le comunicazioni più delicate del governo italiano. Ma su che basi? Elon Musk è un nemico dell'Europa", ha detto il segretario di Azione. "La Meloni si sta perdendo un pezzo, la dignità nazionale. Hanno parlato di dignità nazionale, - ha continuato - sovranità nazionale, orgoglio italiano e stiamo facendo una figura da peracottari con un multimiliardario che spiega con chi fa l'accordo, con chi non fa l'accordo, con il suo numero 50 con i capelli dritti racconta i contenuti di un vertice internazionale... La Meloni deve rimettere ordine perché queste cose non avvengono nei paesi dignitosi".

Cgil e Slc: "1,5 mld a Musk mentre le Tlc italiane perdono valore di giorno in giorno"

"Un miliardo e mezzo di soldi pubblici a Musk per affidargli delicatissimi servizi di telecomunicazione mentre il settore italiano delle Tlc, un tempo eccellenza mondiale, è ormai distrutto e perde valore di giorno in giorno. Un progetto poco chiaro, anche sotto il profilo dell'impatto in termini di sicurezza nazionale, poiché consegnerebbe dati sensibili nelle mani di un soggetto privato e straniero". Così il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Slc Riccardo Saccone sul possibile accordo fra il governo italiano e la Star Link di Elon Musk per la fornitura di servizi di telecomunicazione strategici. "Sarebbe - continuano - il completamento di un puzzle che ha già visto la distruzione dell'ex monopolista della telefonia con la vendita della rete ad un fondo americano, che ha reso di fatto irraggiungibile il progetto di cablare l'intero paese con una rete in fibra ad altissima capacità e lasciando quel che rimane di Telecom ad un futuro incerto e alle continue voci di ulteriori spezzatini', non certo foriere di buone prospettive per i lavoratori. Per garantire la connettività al Paese, il 27% delle risorse totali del Pnrr è stato dedicato alla transizione digitale, con bandi di gara e relative assegnazioni. Questa mossa del Governo metterebbe in discussione anche quanto fatto fino ad ora, causando un danno agli operatori che sulla base delle pianificazioni fatte hanno assunto impegni".

"Ammesso che esista, il piano governativo per le telco - aggiungono - deve davvero essere qualcosa di una complessità 'misteriosa' perché a giudicare dalle sue mosse non si vede altro che una dismissione feroce delle poche infrastrutture del settore che ancora rimangono a controllo pubblico a vantaggio di interessi non certo nazionali".

Gesmundo e Saccone ricordano un'altra delle "tante scelte incomprensibili dell'Esecutivo", ovvero "l'ulteriore vendita ai fondi di investimento dell'infrastruttura di Rai Way, che potrebbe tranquillamente essere utilizzata per costruire una rete di telecomunicazioni di backup pubblica in caso di emergenze, per fare un po' di cassa e finanziare il finto piano industriale della Rai".

"Tutto questo - sottolineano - avviene mentre le aziende del settore ormai boccheggiano anche per l'assenza di una politica industriale pubblica, aziende che sempre più difficilmente saranno in grado di sostenere gli investimenti necessari per mettere il Paese al passo con le sfide tecnologiche della transizione digitale, con inevitabili ricadute anche sulla qualità dell'occupazione in Italia. Un settore che vanta una forte tradizione di innovazione e che con politiche industriali coerenti potrebbe rilanciare e far competere il nostro tessuto produttivo prostrato da un declino industriale al quale pare non esserci fine, così come non pare vi sia una reale volontà di invertire la rotta". "Ci chiediamo - concludono il segretario confederale della Cgil e il segretario generale della Slc - cosa si stia aspettando per convocare un tavolo governativo per discutere delle ricadute di scelte di cui si davvero fatica a comprendere le ragioni guardando all'interesse strategico del Paese e, soprattutto, dell'occupazione".

Ue: "Italia è sovrana, può fare accordi"

Thomas Regnier, portavoce della Commissione europea per la Sovranità digitale, nel suo briefing quotidiano con la stampa, aveva risposto a chi gli domandava del possibile accordo: "Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalle autorità italiane, l'Italia è uno Stato sovrano e può concludere accordi".

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