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Comunicato stampa

La nascita del pulitore automatico per piscine

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18 aprile 2023 | 14.20
LETTURA: 6 minuti

Milano, 18 Aprile 2023. Oggi chiunque abbia una piscina non può fare a meno di affidarsi ad un prezioso alleato: il robot pulitore. Questa intelligente invenzione ha reso la pulizia interna della piscina facile e veloce, permettendo di risparmiare tempo e fatica.

Ma ci siamo mai chiesti come sono nati questi piccoli aiutanti?

L’idea venne allo statunitense Andrew L. Pansini. Essendo un sopravvissuto alla poliomielite e soffrendo delle limitazioni causate dalla malattia, il signor Pansini trovava molto scomodo e difficile pulire la sua piscina quindi si dedicò allo studio di una soluzione.

Nel 1957, durante una pulizia di routine, fece una curiosa osservazione. Notò un tubo da giardino caduto in piscina che, grazie alla pressione dell’acqua, si muoveva avanti e indietro, sollevando lo sporco depositato sul fondo portandolo in sospensione facendolo ridepositare in prossimità dello scarico principale. Grazie a questo evento, Pansini, sviluppò l’idea per il primo pulitore automatico per piscine. Un anno dopo fondò la Jandy Products e iniziò a sviluppare e vendere il primo pulitore automatico per piscine al mondo.

Quello che rese speciale l’invenzione di Pansini fu proprio il suo automatismo, il fatto che questo marchingegno fosse in grado di ripulire la piscina in totale autonomia. Infatti, dobbiamo tenere conto che fino agli anni ‘50 pulire la propria piscina richiedeva molta fatica, dal momento che ogni tipo di intervento doveva essere eseguito manualmente. Quella che proponeva Pansini era una vera e propria rivoluzione nel settore.

La prima macchina era molto più rudimentale rispetto ai robot a cui siamo abituati oggi. Si trattava di un tubo di alimentazione dell'acqua che si estendeva per circa 2 metri nella piscina fissato ad un’estremità di un’immissione d’acqua da giardino posizionato sul bordo della piscina. All'altra estremità del tubo era attaccato ancora un altro tubo che puntava verso il fondo. Pansini aveva bisogno di qualcosa per sostenere i tubi in modo che non affondasse tutto sul fondo. Così saldò insieme due imbuti, creando un dispositivo galleggiante posizionando poi il tubo e il galleggiante al centro della parte meno fonda della piscina. Spostò quindi il tubo nella parte più profonda e alla fine lo sporco sarebbe stato risucchiato dallo scarico principale. Era tutt'altro che un prodotto di grande praticità, ma il suo concetto di base funzionò. Il galleggiante improvvisato con un tubo collegato ad esso era il progetto base del suo brevetto originale.

I pulitori per piscine nella storia

Pansini, però, non fu il primo a voler facilitare la pulizia delle piscine. Già nel 1912, a Pittsburgh, il cittadino locale John M. Davison presentò una domanda per un "Apparecchio per la pulizia di piscine e simili". Il signor Davison affermava che la sua invenzione era legata all'arte del dragaggio e che fosse progettata, in particolare, per pulire il fondo di vasche dove si raccolgono i sedimenti, che si preferirebbe rimuovere senza svuotare l'acqua. Sebbene sia sicuro affermare che il signor Davison non ha inventato il primo pulitore per piscine, è stato certamente il primo a cui è stato rilasciato il brevetto per uno strumento di questo tipo.

Ben 25 anni più tardi, prima che i pulitori automatici per piscine arrivassero nella loro incarnazione moderna, l’inventore Roy B. Everson ne costruì un primo prototipo, brevettandolo come Swimming Pool Cleaner.

Nonostante ci siano esempi di pulitori già nei primi del ‘900, la mente dietro ai pulitori automatici a cui siamo abituati oggi resta sempre quella del signor Pansini. Quella soluzione è poi diventata il primo vero pulitore automatico per piscine. Durante lo sviluppo del macchinario, infatti, Pansini era sempre pieno di idee, molte delle quali avrebbero gettato le basi per la futura tecnologia dei pulitori. Ad esempio, il nuovo pulitore rimuoveva lo sporco dalla piscina, ma non le foglie; quindi, sviluppò un prodotto chiamato Leaf Master, che si attaccava all’asta telescopica della piscina e al tubo d’acqua da giardino: era un modo facile e veloce per rimuovere le foglie dalla piscina.

La concorrenza nel settore dei robot pulitori

È difficile sopravvalutare l'importanza del pulitore automatico nello sviluppo dell'industria delle piscine. Negli anni '50 e '60, negli Stati Uniti, la generazione del secondo dopoguerra stava dando vita al boom economico che si stava diffondendo dai grandi centri urbani per creare le moderne periferie. I consumatori della metà del secolo erano tutti incentrati sulla convenienza. Era l'era della lavastoviglie, dell'asciugacapelli, del tagliaerba e della radio a transistor. Si trattava di un'epoca in cui la visione futuristica dei viaggi nello spazio e la modernità sulla terra dominavano l'immaginazione popolare. Una generazione di intraprendenti costruttori iniziò a costruire piscine, creando essenzialmente la moderna industria del settore, fino a quel tempo un oggetto rigorosamente di lusso per i ricchi. Negli anni a seguire il fenomeno si estese all’Europa con Spagna e Francia alla guida di questo sviluppo.

Ben presto, però, la concorrenza non tardò ad arrivare. Era il 1973 quando alla National Swimming Pool Convention si presentò una piccola azienda californiana: la Swimrite. Questa compagnia promuoveva un nuovo tipo di robot chiamato Polaris, inventato dal dottor Mel Henken.

Stavano arrivando anche i pulitori automatici per piscine che operavano per aspirazione, invece che a pressione. Nel 1974 l'ingegnere idraulico e inventore sudafricano Ferdinand Chauvier ha inventato la prima versione dell'ormai iconico Kreepy Krauly, che è stato introdotto negli Stati Uniti nel 1978. Sebbene le versioni originali abbiano tardato a prendere piede, i continui miglioramenti hanno portato molte aziende a produrre prodotti simili che hanno oggi un grande successo, grazie anche alla convenienza del costo.

Con la concorrenza aumentano anche le ambizioni e gli obbiettivi delle diverse aziende, le quali, vista l'ascesa della tecnologia dei microchip scelgono di servirsene. Quest’ultima avrebbe presto trovato la sua strada nel settore delle piscine e delle spa con l'avvento dei pulitori di piscine "robotici". Il primo brevetto per un robot pulitore per piscine fu rilasciato a Robert R. Myers nel 1967, ma il primo modello disponibile non apparve fino al 1974. Da allora, sono stati rilasciati numerosi brevetti per pulitori robotici, con decine di modelli ora disponibili. Questi robot sono dotati di microprocessori e software che controllano le funzioni di accensione/spegnimento, la direzione e il cambio di direzione dell'unità, oltre alla capacità di salire sulle pareti pulendo anche la fascia di bagnasciuga. I pulitori robotici rivendicano una serie di vantaggi al di là delle comodità dei pulitori automatici tradizionali e sono diventati popolari nelle grandi piscine pubbliche così come in quelle private.

I sostenitori di questi pulitori robotici credono fermamente che la tecnologia rappresenti il futuro della pulizia delle piscine.

Tuttavia, l'accessibilità e la praticità dei pulitori tradizionali hanno continuato a rafforzare la loro popolarità. Ora esiste un numero impressionante di robot per piscina in tutte le categorie, aspiranti, a pressione e robotizzati, disponibili in tutto il mondo.

I robot pulitori nel mercato italiano

Anche nel nostro Paese, quindi, approda questa nuova invenzione che cambierà per sempre il settore delle piscine in Italia.

Dagli anni ’80 tutti questi pulitori hanno avuto una grande crescita, portando le aziende a un continuo studio di perfezionamento e sviluppo tecnologico di questi oggetti. Ultimo traguardo il robot pulitore elettronico a batteria che elimina l’uso dell’ingombrante cavo elettrico.

La continua ascesa ha prodotto anche un sensibile vantaggio economico per gli acquirenti. Si pensi che a metà degli anni ’80 il primo pulitore robotico veniva venduto nel nostro paese all’allora prezzo della FIAT Panda (4.200.000 Lire). Oggi, dopo quasi quarant’anni, il suo diretto successore ha un prezzo pari circa a mille Euro. Fra i marchi in commercio più venduti: Zodiac, Dolphin, BWT e Hayward.

Per informazioni

1000Piscine è il marchio per il mercato online di CVP Italia srl. L’azienda opera a Bologna fin dal 1985. Nel lontano 2002 lanciò il primo e-commerce in Italia dedicato esclusivamente alle piscine, ai suoi accessori ed ai prodotti di uso e manutenzione. A tutt’oggi gli articoli più richiesti dall’utenza, sia pubblica che privata, sono sicuramente i robot pulitori per piscina.

Telefono: 051 450527

E-mail: info@1000piscine.it

Sito web: https://www.1000piscine.it/

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