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La liberazione di Cecilia Sala e la revoca dell'arresto di Abedini

13 gennaio 2025 | 16.20
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La liberazione di Cecilia Sala, dopo venti giorni di detenzione in Iran, è una notizia che ha riportato il sereno in una vicenda che aveva preso una pessima piega. La giornalista del Foglio e di Chora Media, arrestata a Teheran il 19 dicembre, è finita in un complicato intreccio internazionale, utilizzata come arma di ritorsione dopo l'arresto in Italia, il 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti, dell'ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi. Sala è rientrata in Italia l’8 gennaio, a sorpresa rispetto ai tempi che si potevano immaginare. Abedini è stato scarcerato il 12 gennaio, dopo la richiesta di revoca dell’arresto indirizzata alla Corte di appello di Milano dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, chiudendo il cerchio e definendo nei fatti i termini di un articolato accordo con una triangolazione tra Italia, Stati Uniti e Iran. La motivazione indicata da Nordio è che la "condizione per l'estradizione in Usa non è sussistente” e che “nessun elemento è emerso a fondamento delle accuse rivolte". La magistratura iraniana ha reso noto, dal suo punto di vista, il percorso che è stato seguito: “Grazie al monitoraggio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran e ai negoziati tra i servizi di intelligence della Repubblica Islamica dell'Iran e quelli italiani, il problema è stato risolto e ha portato al suo rilascio e al suo ritorno nel suo Paese". I prossimi giorni, e le prossime settimane, aiuteranno a capire quali ulteriori conseguenze deriveranno dallo ‘scambio’ che si è consumato, ma c'è un dato inequivocabile: la premier Giorgia Meloni, il suo governo, i servizi segreti italiani e la macchina diplomatica che è stata attivata sono riusciti a centrare l'unico obiettivo possibile: riportare a casa, più rapidamente possibile, la giornalista italiana. Il passaggio chiave è stato evidentemente il viaggio lampo di Meloni in Florida, a Mar a Lago, per incontrare Donald Trump. È servito a creare le condizioni per un sostanziale via libera alla trattativa con Teheran, concordato anche con il Presidente ancora in carica Joe Biden, e a rendere ancora più forte l'asse tra Roma e Washington, a pochi giorni dall'insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente degli Stati Uniti. Un contatto diretto, faccia a faccia, ritenuto indispensabile per sbloccare una situazione complicata dalla richiesta di estradizione di Abedini e dalle decisioni ritenute necessarie per convincere l'Iran a liberare Sala.

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