Modena, 23/12/2020 - Il 2020 è stato senza dubbio un anno insolito e assolutamente emergenziale. Questo ha messo a dura prova l’intero paese, prima ancora che l’intero mondo; e lo ha fatto lasciando che emergessero tutti i limiti di uno stato di fatto con cui abbiamo convissuto dal principio. I gap maggiori, oltre che nell’ovvia rete sanitaria vittima sacrificale di ogni spending review, si sono riscontrati nel sistema lavoro e imprenditoriale. Pochi business, infatti, si sono fatti trovare preparati alla gestione dell’imprevisto (come permettere ai dipendenti di lavorare in smart working, conciliare lavoro e figli in modalità didattica a distanza, la condivisione dei device e molto altro). In molti, invece, hanno visto i loro investimenti dissolversi e tramutarsi in fallimenti, perché in uno scenario così atipico o sei resiliente o sei costretto a reinventarti per sopravvivere.
Eppure, per fortuna non tutti i manager hanno visto anni di sacrificio andare in fumo: alcuni sono riusciti a restare a galla; altri ancora, addirittura – grazie ad una indubbia capacità di pianificazione strategica operata in prima persona –, sono riusciti a espandere la propria rete di attività, creando nuovi posti di lavoro, allargando una visione a un futuro prossimo in cui potersi collocare in maniera sempre più attoriale e non come semplici comparse.
È il caso di in-GROUP, che nasce dodici anni fa come agenzia che si è occupata di generare analisi, consulenza e sviluppo per aziende che volevano diventare progetti Retail e franchising o per altre compagini che già lo erano e volevano sviluppare la propria rete con nuove location in Italia e nel mondo, specializzandosi sempre più e acquisendo clienti sempre più importanti nazionali e internazionali. Dopo un quinquennio trascorso nel mondo del retail diretto (con il marchio S2F “Service-to-Franchising”) e come consulenze per clienti del settore, l’azienda, nel 2018, ha deciso di intraprendere il terzo quinquennio della sua storia con una importante maturità e consapevolezza facendo nuove scelte. Scelte che ci portano ai giorni nostri e alla nuova primavera aziendale che la società ha inaugurato con il marchio “in-GROUP”, abbreviando il marchio In-Franchising group.
Il progetto in controtendenza di in-GROUP
A fronte di questo esempio così virtuoso, in un momento storico così ostico, il team di in-GROUP è riuscito a seminare il germe della rinascita nel 2019 e a raccogliere i frutti già nel 2020, andando in direzione ostinata e contraria rispetto al mercato.
Il dottor Stefano Tisi, fondatore e CEO del marchio, ha dichiarato che “in un momento storico in cui tutti gli imprenditori di diversi settori erano vittime del proprio scoramento e venivano mossi dall’impeto di abbassare le saracinesche, noi abbiamo anticipato, accelerato e creduto in un nuovo asset strutturato, complementare ai settori del retail e del franchising che ben conoscevamo. Questa esigenza è nata dalla consapevolezza di aver raggiunto il giusto know-out dato da più di un decennio di lavoro in questo campo. E anche da un po’ di sana follia, che è il vero sale della creatività e ascesa professionale”.
A far da padrone in questa nuova avventura è stato – paradossalmente – proprio il periodo storico. Quando al team si sono palesate alcune occasioni di mercato dovute principalmente a dismissioni delle attività da parte di alcuni clienti (nel frattempo, dopo anni di collaborazioni, divenuti anche amici), anziché permettere che queste realtà imprenditoriali si dissolvessero, si è preferito rilevare questi business e proporre nuove forme di collaborazione.
Spiega sempre Tisi: “Abbiamo studiato e pianificato tutte queste diverse realtà, optato per strategie ad hoc per ogni singola attività, sia commisurata al periodo storico che non è trascurabile, sia alle capacità strategiche e performanti di tutto il nostro team, facendo di fatto nascere la divisione (a breve un’azienda del gruppo vera e propria) chiamata e logata “Al Fundain”. Divisione che noi scherzosamente abbiamo sempre soprannominato “il fondino” o “piccolo fondo”, ma già predisposto in grande per conti economici (dettagliati, completi e precisi), struttura organizzativa (moderna e flessibile con formule innovative di servizio), accortezze di campo e propositi”.
La divisione Al Fundain
Attualmente Al Fundain, si compone di tre brand: due di ristorazione e uno di benessere-fit e si basa su ciò che il team chiama la “perfezione retail”. Una perfezione che si può riassumere in: una catena di pesce (Peschereccio Italia), una catena di sapori storici popolari (Bontà Parmigiane) e nel beauty-fit di White Lab, una catena che unisce il benessere alla tecnologia.
Le previsioni sullo scenario di retail per il 2021 sono positive: porteranno ancora più occasioni. Nel frattempo, procedono i collaudi di struttura, personale, formule, materie prime e servizi. Nascono nuove richieste di investitori e clienti, a confermare che “questa follia intrapresa nell’anno più inconsueto degli ultimi decenni, è la strada giusta e che i grandissimi sacrifici fatti in questi mesi così difficili forgeranno tutta in-Group”.
Nel concreto, sono già attivi due Pescherecci già aperti, uno a Modena e uno in Liguria presso l’outlet “5 terre Brugnato”. Un altro peschereccio avrà apertura prevista all’inizio primavera 2021. Poi, due Bontà Parmigiane già aperte, uno presso il Parma Barilla Center e un altro all’outlet 5 terre Brugnato. Infine, un White Lab nuovo in apertura e due affiliati già funzionanti.
In-GROUP anche nel 2021 continuerà a perseguire la strada già tracciata nei dodici anni di attività pregressa nel campo della consulting, della mediazione e implementerà il suo asset strategico nella pianificazione e espansione a 360 gradi nel mondo del retail, sperimentando il protocollo del collaudo di clienti “particolari”.
Il retail italiano verso l’internazionalizzazione
Alla fine di questo anno alcuni advisor internazionali hanno puntato l’obiettivo verso il gruppo. Questo ha fatto capire a Tisi e al team che, seppur il progetto fosse nuovo, era allo stesso tempo molto maturo proprio per il background di esperienze pregresse. Resta chiaro sia da subito, tuttavia, che qualsiasi partner finanziario internazionale deve lasciare il timone alla gestione nazionale.
Alla luce della situazione pandemica attuale e di una recessione economica e politica, il mercato del retail in Italia si trova ad affrontare una grande sfida che è quella di rompere il muro verso l’estero. Per alcuni sarà doloroso, per altri addirittura impossibile, ma la sfida è sempre più stimolante, alla luce del fatto che nelle situazioni di emergenza le competenze reali riescono a farsi strada in maniera ancora più fluida.
In questa condizione, tutte le realtà “artigianali” senza un oggettivo sostegno di creatività innovativa o di reale professionalità, non troveranno più terreno fertile. Si dovrebbe, invece, lasciare maggiore spazio ai progetti manageriali organizzati in modo vincente, con di fatto maggiore libertà di attingere a spazi di mercato libero e al capitale umano disponibile.
Questo discorso vale soprattutto nel mondo del food e della ristorazione. È chiaro che con le regole di distanziamento sociale imposte a livello governativo, la consuetudinaria abitudine di fruizione di questo settore deve reinventarsi. Bisognerà studiare strategie che cambiano il focus della propria attività e riescono a indirizzare i propri clienti verso nuove abitudini.
in-Group ai colloca in questa nuova quotidianità con un grande progetto che si basa sulla qualità dei bisogni veri del consumatore, rispettando il suo cambiamento attuale e repentino, ricreando un ambiente di svago e interesse fuori dal nucleo casalingo senza forzarlo ma rendendolo desideroso di nuova qualità e nuove fonti di riconoscibilità di status.
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