A Polanski il Leone d'Argento, l’Italia vince con Maresco e Marinelli. Sorpresa Roy Andersson
di Antonella Nesi
di Antonella Nesi
La Mostra di Venezia ha calato il 'Joker' che ha messo tutti d’accordo fin dalla prima proiezione di sabato 31 agosto ed ha assegnato il Leone d’Oro al film che immagina, tra complesso d’Edipo e disagio, l’origine del personaggio di Dc Comics. Il film di Todd Phillips, interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix, si è rivelato davvero un 'jolly' in grado di favorire la chiusura del palmares di un’edizione con diversi film di altissimo livello ma molto diversi tra loro. La giuria presieduta da Lucrecia Marcel, sgombrando il campo da ogni pregiudizio sull’artista (dopo le polemiche per alcune dichiarazioni della presidente sui guai giudiziari per reati sessuali del regista), ha assegnato poi il Leone d’Argento Gran Premio della Giuria a Roman Polanski per ‘J’Accuse’. Mentre il secondo Leone d’Argento, quello per la migliore regia, è andato a sorpresa ai tableaux vivants di Roy Andersson per il film ‘Sull’infinito’.
L’Italia, rappresentata nella giuria dal regista Paolo Virzì, ha portato a casa due premi molto importanti: il Premio Speciale della Giuria andato a ‘La mafia non è più quella di una volta’ di Franco Maresco e la Coppa Volpi maschile assegnata a Luca Marinelli per la sua interpretazione del ‘Martin Eden’ di Pietro Marcello, che trasferisce il personaggio nato dalla penna di Jack London dalla California a Napoli. E se Marinelli era tra i favoriti della vigilia, non altrettanto si può dire della vincitrice della Coppa Volpi femminile, Ariane Ascaride, premiata per il film diretto dal marito Robert Guédiguian, ‘Gloria Mundi’, dove interpreta la nonna della neonata al centro del film. A contenderle lo scettro nei pronostici c’erano infatti diverse interpretazioni molto apprezzate: quella di Scarlett Johansson per ‘Marriage Story’ di Noah Baumbach, quella di Mariana Di Girolamo per ‘Ema’ di Pablo Larrain, quella di Gong Li per ‘Saturday Fiction’ di Ye Lou e quelle delle due icone del cinema francese protagoniste del film che aveva aperto la Mostra (‘Le verità’ di Kore-eda Hirokazu), ovvero Catherine Deneuve e Juliette Binoche.
La giuria presieduta da Lucrecia Martel e composta da Piers Handling, Mary Harron, Stacy Martin, Rodrigo Prieto, Tsukamoto Shinya e Paolo Virzì ha poi assegnato il premio per la migliore sceneggiatura al regista hongkonghese Yonfan per il film di animazione ‘N.7 Cherry Lane’.
Il Premio Mastroianni, che viene conferito ogni anno ad un attore o attrice emergente, è andato infine a Toby Wallace, giovane interprete, nei panni di un pusher che si fidanza con la protagonista gravemente malata, di ‘Babyteeth’ della regista australiana Shannon Murphy.
"Grazie al festival di averci permesso di far parte di questa grande festa, grazie a tutti i giurati per aver lavorato tutti assieme, grazie per le conversazioni e i dialoghi che si sono instaurati nel corso di questa settimana sul cinema e sul mondo. Grazie a tutti i registi di tutti i film che abbiamo potuto visionare perché ci hanno fatto pensare e pensare su quanto accade nel mondo, perché il destino dei film è proprio questo: permettere di far parlare le persone perché tutti noi abbiamo un gran bisogno di parlare con gli altri", ha detto la presidente della giuria, Lucrecia Martel, prima di iniziare la consegna dei premi. La presidente ha poi spiegato: "Ognuno di noi ha amato tantissimo dei film che poi non sono stati premiati. Purtroppo 7 premi per 21 film sono troppo pochi". "Per fortuna non è stato un verdetto all' unanimità, i premi sono stati frutto di grande dialogo. Sono la presidente di una giuria democratica, quindi non abbiamo bisogno dell'unanimità per metterci d'accordo", ha aggiunto nella conferenza seguita alla consegna dei premi,
"Il film non sarebbe stato possibile senza Joaquin Phoenix. Joaquin è il leone più coraggioso e con la mentalità più aperta che io abbia conosciuto. Lo ringrazio per la fiducia che ha riposto in me e per il suo talento meraviglioso", ha sottolineato il regista Todd Phillips, ritirando il Leone d'Oro proprio in compagnia del protagonista del film, che ha a sua volta ringraziato in italiano con un "grazie, grazie".
"Questo eclettico gruppo di giurati rende ancora più speciale questo premio", ha detto il regista di 'Joker', ringraziando poi il presidente della Biennale, Paolo Baratta, il direttore della Mostra, Alberto Barbera, e la presidente di Warner Bros Italia, Berbara Salabè, "per avermi suggerito - ha detto - di far mostrare il film a Barbera". Todd Phillips ha anche ringraziato chi lo ha incoraggiato "a uscire dalla zona di comfort e a prendere una decisione così coraggiosa", facendo un film piuttosto diverso dai suoi lavori precedenti, che erano soprattutto commedie, inoltrandosi in uno studio di personalità.
E se Rean Mazzone, il produttore del film 'La mafia non è più quella di una volta' di Franco Maresco, nel ritirare al posto del regista il Premio Speciale della Giuria, ha detto di voler "ribadire un netto ‘no’ a qualsiasi tipo di censura", entrambi gli attori premiati con le Coppe Volpi hanno voluto dedicare il premio ai migranti e a chi tenta di salvarli. "Ho questo premio tra le mani anche grazie ad un uomo di nome Jack London che ha creato questo personaggio meraviglioso: un marinaio che cercava la verità. Per questo vorrei dedicare questo premio a tutte le persone splendide che sono in mare a salvare altri esseri umani che fuggono da situazioni inimmaginabili. E grazie anche per evitarci di fare un figura pessima con noi stessi e con il prossimo. Viva l'umanità e viva l'amore", ha detto Luca Marinelli. "Questo premio è per tutti quelli che dormono per l'eternità nel fondo del Mediterraneo", ha detto Ariane Ascaride. "Io - ha aggiunto - sono la nipote di migranti italiani che hanno preso un giorno la nave per trovare un po' di fortuna, per fuggire la miseria. E dopo aver fatto un viaggio in nave sono arrivati a Marsiglia. E poi io sono nata a Marsiglia. Questo premio mi dà la possibilità di ritrovare le mie radici e questo è molto importante. La mia è una ricchezza incredibie: sono figlia di stranieri e sono francese. Quello che si deve sapere è che è molto importante avere tante culture per vivere bene nel mondo", ha sottolineato.
Sul premio a Marinelli, il giurato italiano di Venezia76, Paolo Virzì, ha detto di non aver dovuto faticare: "L'energia di Luca Marinelli, che per me è un figlio, fratello, cugino, ha convinto anche gli altri giurati. Io non sono molto bravo a convincere gli altri...". Virzì ha poi raccontato che per il film di Franco Maresco ha raccontato agli altri giurati "chi è lui, chi è Letizia Battaglia e di Falcone e Borsellino". Ma, ha aggiunto, "non crediate che ci sia stata la battaglia solitaria di un italiano che sosteneva un suo collega. Tutti hanno apprezzato il film, anche se con sfumature diverse", ha sottolineato Virzì, ammettendo che sul film di Maresco "il voto non è stato unanime ma l' unanimità - ha concluso - è noiosa, mentre la dialettica porta a un arricchimento".
Quanto al Leone d'Argento andato al film di Polanski, Lucrecia Martel ha sottolineato: "Il signor Polanski ha mostrato un punto di vista molto interessante per tutti noi". "Posso garantire personalmente che nella discussione sul film di Polanski, si è parlato esclusivamente dell'opera, della sua qualità, dello stile, del processo produttivo, del fatto storico che racconta, dell' uso degli attori. Certe polemiche uscite sui giornali non hanno riguardato le discussioni della giuria", ha aggiunto Virzì.
Il Leone d'Argento conferito a Polanski è stato ritirato dall'attrice Emmanuelle Seigner che è salita sul palco con Luca Barbereschi e ha detto: "Roman Polanski vuole ringraziare i produttori, Luca Barbareschi e Rai Cinema. E vuole ringraziare anche gli attori del film".
Il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima intitolato a Luigi De Laurentiis è stato assegnato, dalla giuria presieduta da Emir Kusturica a ‘You Will Die At 20’ del regista sudanese Amjad Abu Alala.
Il miglior film della sezione Orizzonti è invece stato giudicato, dalla giuria presieduta da Susanna Nicchiarelli, ‘Atlantis’ del regista ucraino Valentyn Vasyanovych.
Mentre la Giuria di Venezia Classici, presieduta da Costanza Quatriglio, ha premiato come miglior documentario sul cinema ‘Babenco – Tell Me When I Die’ della brasiliana Barbára Paz, e come miglior film restaurato ‘Ecstasy’ di Gustav Machatý, film cecoslovacco del 1932.