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Von der Leyen cita De Gasperi, cosa diceva 70 anni fa: il discorso del 1951

C'è un elemento che è cambiato rispetto al dopoguerra: l'Italia faceva una chiara scelta atlantista sotto l'obrello degli Stati Uniti, oggi Trump vuole lasciare sola l'Europa

Alcide De Gasperi
Alcide De Gasperi
11 marzo 2025 | 12.56
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Difesa comune per scoraggiare qualsiasi attacco all’Europa unita. Ursula Von der Leyen, parlando al Parlamento europeo, cita Alcide De Gasperi per spiegare il senso, e l’urgenza, del piano di riarmo che ha proposto. Una scelta non scontata e significativa, per molte ragioni. La principale è che quello che diceva il leader democristiano settant’anni fa non solo è attuale ma racconta anche tutto quello che l’Europa non è riuscita a fare finora. E che oggi è chiamata a fare rapidamente, stretta tra la minaccia della Russia di Putin e sostanzialmente lasciata sola dalle scelte degli Stati Uniti di Trump.

De Gasperi è stato presidente del consiglio tra il 1945 e il 1953. Aveva una visione ampia della politica estera, che metteva la cooperazione internazionale al centro, come base per la pace. È stato, soprattutto, un leader capace di tradurre le parole in azione concreta. È stato l'uomo che ha spinto l'Italia ad aderire al piano Marshall americano e alla Nato. Dalla fine della guerra, De Gasperi si è battuto attivamente per l'unità europea nella convinzione che fosse l'unico modo per prevenire futuri conflitti. Era motivato da una chiara visione di un'Europa unita che non sostituisca i singoli Stati, ma consenta loro di integrarsi e sostenersi a vicenda e di lavorare insieme.

Celebre l’intervento di De Gasperi del 12 gennaio 1951, a Strasburgo: "Se noi costruiremo soltanto amministrazioni comuni, senza una volontà politica superiore vivificata da un organismo centrale, nel quale le volontà nazionali si incontrino, si precisino e si animino in una sintesi superiore, rischieremo che questa attività europea appaia, al confronto della vitalità nazionale particolare, senza calore, senza vita ideale. Potrebbe anche apparire ad un certo momento una sovrastruttura superflua e forse anche oppressiva quale appare in certi periodi del suo declino il Sacro Romano Impero".

In queste parole si intravedevano i rischi che poi puntualmente hanno preso forma. E che oggi sono ulteriormente aggravati da un elemento che difficilmente De Gasperi avrebbe potuto considerare. La sua leadership ha portato allo sviluppo di forti legami tra l'Italia e gli Stati Uniti, in un contesto in cui iniziava la guerra fredda e la presenza in Italia di uno dei più grandi partiti comunisti dell’Europa occidentale rendeva ancora più significativa la scelta di campo atlantista.

Una scelta che neanche gli anni difficili del terrorismo hanno mai messo in discussione e che oggi è invece, paradossalmente, messa in discussione dall’altra parte dell’Atlantico. Oggi, è la tesi che Von der Leyen vuole far passare, un’Europa che si deve preparare rapidamente a fare a meno dell’ombrello americano, dovrebbe a maggior ragione unirsi veramente. Riprendendo lo spirito di De Gasperi e andando oltre, verso una reale coesione politica, economica, e militare. (Di Fabio Insenga)

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