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Trump e il Canada nel mirino: "Userò forza economica"

"Abbiamo un deficit commerciale di 200 miliardi, sosteniamo un altro Paese: perché?"

Donald Trump
Donald Trump
07 gennaio 2025 | 22.13
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La Groenlandia? "Ci serve per questioni di sicurezza nazionale". Il Canale di Panama? "Lo abbiamo dato a Panama, non alla Cina". E il Canada? "Useremo la forza economica". Donald Trump punta a ridisegnare la cartina geopolitica degli Stati Uniti e in una conferenza stampa a Mar-a-Lago illustra progetti e ambizioni più o meno realistiche.

Il Golfo del Messico diventa "Golfo d'America" per il nuovo presidente degli Stati Uniti, che dedica particolare attenzione ai vicini del Nord: il Canada, dice con toni finora quasi inediti, è nel 'mirino' degli Usa che useranno "la forza economica" per raggiungere i propri obiettivi.

La posizione del presidente americano, nei rapporti con il paese confinante, è legata a questioni prettamente economiche. Le parole di Trump arrivano mentre il Canada vive una fase istituzionale complessa. Il premier Justin Trudeau ha annunciato le dimissioni dalla carica e dalla leadership del partito liberale in vista delle elezioni che, secondo i sondaggi, potrebbero consegnare la guida del paese ai conservatori. Tutto questo, a Trump, pare interessare poco.

Rispetto alle minacce di imposizione di dazi, che restano sullo sfondo, il presidente degli Usa sembra ormai passato ad un livello superiore. "Stati Uniti e Canada" uniti "sarebbero qualcosa" di straordinario. "Tiriamo via quella linea artificiale e vediamo cosa succede", dice Trump rispondendo ad una domanda che diventa l'assist per una serie di dichiarazioni estreme.

"Noi proteggiamo il Canada, il problema è che spendiamo centinaia di miliardi di dollari per occuparcene. Ogni anno abbiamo un deficit commerciale di 200 miliardi di dollari. Compriamo auto, legname, prodotti caseari: non ci serve nulla di tutto questo. Se smettessimo di sostenere finanziariamente il Canada, il paese si dissolverebbe", dice.

"Perché dobbiamo sostenere un altro paese? Il nostro esercito è a loro disposizione: dovrebbero essere uno stato" all'interno degli Usa. "Ci mandano un sacco di prodotti che non ci servono: li compriamo per abitudine e perché siamo buoni vicini, ma non potrà andare avanti all'infinito. Va bene se si tratta di uno stato dell'unione, non se è un altro paese", dice Trump.

A stretto giro, dal Canada, arrivano le risposte obbligate da Trudeau e dal ministro degli Esteri. ''Non c'è la minima possibilità che il Canada diventi parte degli Stati Uniti. I lavoratori e le comunità di entrambi i nostri Paesi traggono vantaggio dall'essere reciprocamente il più grande partner commerciale e di sicurezza'', dice il premier dimissionario.

Il Canada ''non soccomberà alle minacce di Trump'' secondoì il ministro degli Esteri Melanie Joly. "Non faremo mai marcia indietro di fronte alle minacce", dichiara il capo della diplomazia canadese, affermando che i commenti di Trump dimostrano ''una totale mancanza di comprensione della forza del Canada''.

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