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Siria, fazioni armate sono entrate a Hama. Truppe Assad si ritirano da città

Le forze governative sono state dislocate fuori dall'area centrale per "tutelare le vite dei civili". I ribelli entrano nella prigione centrale e liberano "centinaia di detenuti"

Ribelli nella città di Hama (Afp)
Ribelli nella città di Hama (Afp)
05 dicembre 2024 | 14.03
LETTURA: 4 minuti

Violenti scontri si sarebbero registrati tra le fazioni armate, guidate da Hayat Tahrir al-Sham e le forze fedeli al leader siriano Bashar al-Assad, dopo l'ingresso dei gruppi armati nella parte nordorientale di Hama. Lo riferisce sul suo sito web l'Osservatorio siriano per i diritti umani, con sede nel Regno Unito e fonti nel Paese arabo. L'Osservatorio parla anche di raid aerei delle forze di Assad sulla parte orientale della città, di attacchi aerei e bombardamenti sulle località nei pressi di Hama e nei sobborghi della città.

Damasco conferma il ritiro dell'esercito dalla città. Le forze, fedeli a Bashar al-Assad, secondo un comunicato del ministero della Difesa diffuso dall'agenzia siriana Sana, sono state "dislocate fuori dalla città". Nel comunicato si afferma che si tratta di una decisione presa per "tutelare le vite dei civili ed evitare combattimenti in città".

"Chiedo a Dio onnipotente che sia una conquista senza vendetta" ha detto Abu Mohammed al-Jawlani, leader di Hayat Tahrir al-Sham, in un video diffuso su Telegram.

Centinaia di detenuti liberati dal carcere

I combattenti entrati a Hama affermano di aver "liberato centinaia di detenuti" dal carcere di questa città della Siria centrale. "Le nostre forze sono entrate nella prigione centrale di Hama e hanno liberato centinaia di prigionieri ingiustamente detenuti", ha rivendicato via Telegram Hassan Abdel Ghani, un comandante militare della coalizione di fazioni armate guidate da Hayat Tahrir al-Sham.

Isolata la città di Hama

Hama sarebbe isolata. Le fazioni armate protagoniste dell'offensiva in Siria contro le forze fedeli a Bashar al-Assad hanno interrotto le strade che collegano la città con altre zone del Paese. I combattenti guidati da Hayat Tahrir al-Sham hanno interrotto le strade tra Hama e le città di Aleppo e Raqqa.

La situazione nella zona di Aleppo

Blackout delle comunicazioni anche nella provincia di Aleppo. A riferire dell'interruzione è l'agenzia ufficiale siriana Sana che punta il dito contro gli "attacchi dei terroristi contro centraline dati nelle zone centrali e settentrionali" della regione.

Damasco: "Abbattuti due droni sulla capitale"

La Siria afferma di aver abbattuto due droni "nemici", intercettati dalla difesa aerea sulla capitale siriana Damasco. La notizia arriva dall'agenzia ufficiale siriana Sana che cita una fonte militare. Secondo la Sana, non ci sono vittime né danni.

Hezbollah: "Aggressione orchestrata da Usa-Israele, al fianco di Assad"

"L'aggressione in Siria è orchestrata dagli Stati Uniti e da Israele. Questi gruppi takfiristi sono strumenti che stanno usando per cercare di distruggere la Siria". E' l'accusa lanciata dal leader di Hezbollah, Naim Qassem, nel suo secondo discorso pubblico da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco nel sud del Libano. Qassem ha successivamente espresso il suo sostegno al governo di Bashar al-Assad: "Saremo al fianco della Siria per sconfiggere gli aggressori".

Onu: "Escalation per fallimento cronico collettivo"

Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, denuncia l'evoluzione “grave e drammatica” della situazione in Siria, dove il conflitto si è intensificato a causa di un'offensiva dei ribelli e dei jihadisti che, a suo dire, sarebbe la conseguenza di anni di “fallimento cronico collettivo”. “Dopo 14 anni di conflitto, è tempo che tutte le parti si impegnino con Geir Pedersen, il mio inviato speciale per la Siria, per parlare finalmente di un nuovo approccio inclusivo e globale per risolvere la crisi” ha detto Guterres, rivolgendo un appello diretto a un dialogo "serio" e a un vero processo politico.

Secondo il numero uno del Palazzo di Vetro, "migliaia di civili sono in pericolo in una regione già in fiamme". In questo contesto, “ancora una volta esorto tutti gli attori che hanno un'influenza a fare la loro parte per porre fine alle lunghe sofferenze del popolo siriano”.

Pechino ai suoi cittadini: "Via dal Paese al più presto"

Pechino sollecita i cittadini cinesi che si trovano in Siria a lasciare il Paese "il prima possibile" per evitare "rischi estremamente elevati per la sicurezza". In un avviso dell'ambasciata cinese in Siria rilanciato dai media ufficiali del gigante asiatico si parla della "situazione tesa nel nordovest e della situazione sicurezza ulteriormente peggiorata" a livello generale con la raccomandazione "a sfruttare i voli commerciali ancora operativi" o a lasciare via terra il Paese.

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