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Leonard Peltier, 80mo compleanno in carcere negli Usa: la controversa vicenda giudiziaria dell'attivista nativo americano

Manifestazione in favore di Leonard Peltier (Fotogramma)
Manifestazione in favore di Leonard Peltier (Fotogramma)
11 settembre 2024 | 21.51
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Sul suo caso i dubbi non mancano, al punto che il giudice che lo ha condannato ha scritto al Presidente americano Joe Biden chiedendone la scarcerazione: compie 80 anni domani, 12 settembre, Leonard Peltier, attivista nativo americano condannato a due ergastoli e detenuto dal 1976. Nato nel 1944 ed esponente dell’Aim, il Movimento per gli indiani americani, Peltier è accusato di aver ucciso il 26 giugno del 1975, nella riserva indiana di Pine Ridge, gli agenti dell’Fbi Jack Ross Coler e Ronald Arthur Williams, di 28 e 27 anni. Lui però si è sempre dichiarato innocente e sulla vicenda gravano ancora diversi punti mai chiariti, dalle informazioni documentali non verificate fino alle testimonianze non attendibili o ritrattate. Peltier era nella riserva, insieme ad almeno altre 20 persone, e si diede alla fuga: venne arrestato in Canada il 6 febbraio del 1976 ed estradato negli Stati Uniti dove nell’aprile del 1977 fu condannato a due ergastoli. Da quasi 50 anni Leonard Peltier sta scontando la sua pena a vita. L’uomo tentò anche di evadere dal carcere di Lompoc, in California: venne catturato dopo 3 giorni e condannato ad altri 7 anni di reclusione.

Da più parti negli anni l’attenzione sul suo caso non si è mai sopita del tutto: “La storia di Leonard Peltier si trascina da quasi mezzo secolo. Lui si è sempre dichiarato non colpevole e, nel corso del tempo, sono emerse sempre più prove della sua innocenza” dice all’Adnkronos Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. “Non rimane che inoltrare nuovamente la richiesta di grazia presidenziale a Joe Biden, con la speranza che questa vicenda possa finire bene, lasciando trascorrere a Leonard i suoi ultimi anni con la sua famiglia. Il rischio – secondo Noury - è che invece la storia di Peltier possa finire male, con la sua morte in carcere”.

Fra gli innocentisti anche James H. Reynolds, ex procuratore degli Stati Uniti che ha lavorato al caso Peltier, ha inviato nel 2021 una lettera al presidente americano Joe Biden, chiedendone la grazia: “La condanna e la continua incarcerazione di Leonard Peltier sono la testimonianza di un tempo e di un sistema di giustizia che non ha più posto nella nostra società. Ho avuto la fortuna di vedere questo paese, e il suo atteggiamento prevalente nei confronti dei nativi americani, progredire notevolmente negli ultimi 46 anni. l procedimento giudiziario e la continua incarcerazione del signor Peltier erano e sono ingiusti. Non siamo stati in grado – si legge ancora - di provare che il signor Peltier abbia commesso personalmente alcun reato nella riserva di Pine Ridge”. Un appello che si conclude con la richiesta del giudice Reynolds affinché con la grazia di Leonard Peltier, il Presidente Biden possa “fare un passo per curare una ferita che ho contribuito a creare”.

Ma non tutti sono dello stesso avviso: 'A Leonard Peltier sono stati concessi i suoi diritti e il giusto processo''. Lo sottolinea all'Adnkronos l'associazione degli ex agenti dell'Fbi, che prende posizione sul caso dell'attivista nativo americano Leonard Peltier, condannato nel 1976 a due ergastoli per aver ucciso due agenti dell'Fbi. Mike Clark, direttore della Society of Former Agents of the Fbi (che raccoglie oltre 8.500 ex agenti) rende nota la lettera con cui è stata manifestata contrarietà alla richiesta di rilascio in libertà vigilata di Peltier. Richiesta che l'uomo, che compirà 80 anni domani, 12 settembre, ha visto respinta all'inizio del luglio scorso. ''Peltier - si legge nella lettera - è stato legalmente condannato per gli omicidi degli agenti dell'Fbi Jack Ross Coler (di 28 anni) e Ronald Arthur Williams (di 27) da un tribunale federale. La Corte lo ha condannato a due ergastoli consecutivi. Da allora sono stati esaminati più di una dozzina di ricorsi. Ma nessuno ha modificato la condanna e la sentenza di Peltier'' che, secondo la ricostruzione di Clark, ''si è avvicinato agli agenti feriti e li ha giustiziati a bruciapelo. Un atto vergognoso, l'omicidio premeditato di due agenti federali, compianti dalle loro famiglie e dai loro colleghi: per loro non è prevista clemenza né libertà condizionale''.

Una misura che, prosegue la lettera della Society of Former Agents of the Fbi, ''dovrebbe essere riservata agli autori di reati non violenti che abbiano dimostrato di essere stati riabilitati e di aver osservato le regole delle istituzioni''. Peltier, al contrario, ''sta ancora una volta cercando considerazione e pietà, che non ha mostrato verso gli agenti Coler e Williams''. Per questo, secondo Clark, l'80enne ''non merita alcuna compassione'', tenendo in considerazione inoltre che, ''nell'attuale contesto di tensione contro le forze dell'ordine, la libertà condizionale per questo assassino a sangue freddo invierà il messaggio sbagliato per potenziali futuri atti di violenza''. (di Lorenzo Capezzuoli Ranchi)

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