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Israele-Gaza, Blinken: "Usa contrari a nuovi insediamenti in Cisgiordania"

Piano Netanyahu per dopo Hamas: "Funzionari locali e chiusura Unrwa". Portavoce Abbas: "Piano per impedire nascita stato palestinese"

Truppe israeliane in Cisgiordania (Fotogramma)
Truppe israeliane in Cisgiordania (Fotogramma)
23 febbraio 2024 | 10.18
LETTURA: 4 minuti

"I nuovi insediamenti sono controproducenti alla ricerca di una pace duratura, sono anche in contrasto con il diritto internazionale". Lo ha dichiarato Antony Blinken, durante una conferenza stampa a Buenos Aires, affermando la contrarietà dell'amministrazione Biden all'annuncio, fatto ieri da Israele, della costruzione di 3mila nuove unità abitative in Cisgiordania.

"La nostra amministrazione mantiene la ferma opposizione all'espansione degli insediamenti - ha continuato il segretario di Stato Usa - a nostro giudizio, questi solo indeboliscono, non rafforzano la sicurezza di Israele". Dichiarando gli insediamenti "in contrasto con il diritto internazionale", Blinken revoca la cosiddetta dottrina Pompeo, dal nome del segretario di Stato di Donald Trump, Mike Pompeo, che nel 2019 aveva dichiarato gli insediamenti "di per sé non in contrasto con il diritto internazionale".

Piano Netanyahu per dopo Hamas

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha presentato al gabinetto di sicurezza un documento sul dopo guerra a Gaza, con l'obiettivo dichiarato di arrivare all'insediamento di "funzionari locali" che possano amministrare i servizi nella Striscia al posto di Hamas, che nel 2007 prese il controllo dell'enclave palestinese. Il documento, una pagina diffusa nella notte, è - sintetizza il Times of Israel - una sorta di riepilogo dei principi rimarcati da Netanyahu dall'inizio del conflitto dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele, ma è la prima volta che un testo in tal senso viene sottoposto al governo. Soprattutto non contempla il lavoro dell'Unrwa.

Cosa c'è scritto nel documento

Nel documento non viene indicata esplicitamente l'Autorità palestinese né esclude nero su bianco la sua partecipazione al governo di Gaza nel dopoguerra, sottolinea il giornale. Vengono però citati "funzionari locali" con "esperienza di amministrazione" e non legati a "Paesi o entità che sostengono il terrorismo". Secondo l'ufficio di Netanyahu, il documento si basa su principi ampiamente accettati dall'opinione pubblica e servirà come base per colloqui futuri.

Il primo punto del piano ribadisce che le forze israeliane continueranno le operazioni militari a Gaza fino al raggiungimento degli obiettivi, a cominciare dalla distruzione della capacità militari e delle strutture di governo di Hamas e Jihad Islamica, dal ritorno degli ostaggi rapiti il 7 ottobre e dall'eliminazione di ogni minaccia per la sicurezza. Le forze israeliane manterranno poi libertà di operare nella Striscia. "Israele manterrà libertà d'azione operativa nell'intera Striscia di Gaza, senza limiti di tempo, con l'obiettivo di prevenire la ripresa del terrorismo e sventare minacce da Gaza", si legge nel testo rilanciato anche dal Jerusalem Post.

Il piano parla anche del progetto israeliano di creare una zona cuscinetto dal lato palestinese del confine della Striscia. Così, "lo spazio di sicurezza creato nella Striscia di Gaza nell'area al confine con Israele esisterà fin quando sarà necessario per la sicurezza". E riguardo il confine con l'Egitto afferma che Israele imporrà una "chiusura a sud" in funzione antiterrorismo. "La 'barriera sud' opererà, per quanto possibile, in cooperazione con l'Egitto e con l'assistenza degli Stati Uniti e sarà basata su misure per prevenire il contrabbando dall'Egitto" anche "dal valico di Rafah".

Nella fase intermedia Israele vuole mantenere il controllo della sicurezza "sull'intera area a ovest del (fiume) Giordano e promuovere un processo di "deradicalizzazione" a Gaza. Netanyahu vuole la fine delle attività dell'Unrwa e il documento afferma che Israele "lavorerà per porre fine alle attività dell'Unrwa nella Striscia di Gaza e per sostituirle con organizzazioni umanitarie internazionali responsabili".

Netanyahu ribadisce quindi il 'no' a "diktat internazionali" e "Israele continuerà a opporsi al riconoscimento unilaterale di uno stato palestinese".

Portavoce di Abbas

"Gaza farà parte solo dello stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale" e "qualsiasi piano in senso contrario è destinato al fallimento", ha detto Nabil Abu Rudeineh, portavoce del leader palestinese Mahmoud Abbas, in dichiarazioni riportate dall'agenzia palestinese Wafa. "I piani proposti da Netanyahu hanno l'obiettivo di perpetuare l'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele e - afferma - puntano a impedire la creazione di uno stato palestinese".

Israele, dice, "non riuscirà nei tentativi di modificare la realtà geografica e demografica nella Striscia di Gaza". "Se il mondo vuole sicurezza e stabilità nella regione - incalza - deve porre fine all'occupazione israeliana dei Territori palestinesi e riconoscere lo stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale".

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