''Il governo libanese deve cambiare il suo rapporto con Hezbollah, l'Iran deve essere tenuto fuori dalla ricostruzione e per far tornare gli israeliani al nord servono maggiori garanzie di sicurezza''
''Le promesse libanesi non sono sufficienti'' per garantire che il cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hezbollah sia efficace. Occorrono ''garanzie che Hezbollah non sia più in grado di minacciare noi e le nostre famiglie al nord'' di Israele, serve superare ''il paradosso che Hezbollah fa parte del governo libanese'' e serve capire se ''davvero la Francia e le Nazioni Unite saranno in grado di impedire che l'Iran partecipi al processo di ricostruzione del Libano e che rafforzi Hezbollah''. Sono queste le perplessità espresse all'Adnkronos dal colonnello e analista israeliana Sarit Zehavi, presidente e fondatrice dell'istituto di ricerca sulla sicurezza Alma Research and Education Center.
''Non ho fiducia'' in questo accordo, dice Zehavi che vive nella Galilea occidentale al confine con il Libano. ''I prossimi 60 giorni saranno cruciali, permetteranno a Israele di fare le sue valutazioni, di vedere se gli Stati Uniti stanno dalla nostra parte, se non sarà permesso all'Iran di aiutare Hezbollah nel processo di ricostruzione, se il governo libanese sarà in grado di avere un rapporto diverso con Hezbollah''. In questo ''la comunità internazionale ci aiuti, faccia pressione sul Libano perché modifichi i rapporti con Hezbollah''.
Insomma, prosegue la riservista che per 15 anni ha servito nelle Idf specializzandosi nell'intelligence militare, ''il problema principale non è tanto che sia stato raggiunto un accordo di cessate il fuoco o cosa ci sia dietro. Il problema è che si tratta di un accordo politico che le parti coinvolte possono interpretare in un modo diverso. La vera domanda è, come questo accordo politico si applicherà alla realtà''. Perché ''nessuno ne sta parlando, ma Hezbollah fa parte del governo libanese e noi ci aspettiamo che il governo libanese faccia rispettare una risoluzione che parla della limitazione del potere di Hezbollah. Questa è la chiave per il successo di questo processo, ma non crediamo che possa accadere''.
Zehavi ritiene che ''né il governo libanese, né l'Unifil hanno fatto rispettare la risoluzione 1701'' ed è per questo che ''Israele ha insistito perché gli venga riconosciuta la capacità di far rispettare la risoluzione dell'Onu, se non lo faranno altri''. Tra l'altro ''Hezbollah ha ancora la capacità di lanciare missili e razzi contro Israele'' ed è per questo che ''non sono sicura che molti israeliani vogliano tornare al nord'' dopo l'accordo, ''non quelli che vivono nelle immediate vicinanze al confine con il Libano. Per loro ci vorranno ulteriori garanzie''. Inoltre, prosegue, ''è molto importante che il governo israeliano continui con i finanziamenti e i risarcimenti. Quando saranno interrotti, non ci saranno alternative''. Ma ''già nelle scorse ore si sono registrati incidenti al confine. Hezbollah vive nel sud del Libano. E con il ritorno dei cittadini libanesi nelle loro case nel sud, anche Hezbollah tornerà''.