Netanyahu: "Operazioni contro Hezbollah anche con tregua". Missile dal Libano su Tel Aviv, ci sono feriti. Biden: "Israele ha diritto a difendersi, ma come lo fa conta molto"
Il Libano e Hezbollah hanno accettato una proposta statunitense per un cessate il fuoco con Israele, con alcuni 'commenti' sul contenuto. Lo ha detto alla Reuters, secondo quanto riferiscono i media israeliani, Ali Hassan Khalil, assistente del presidente del parlamento Nabih Berri, vicino ad Hezbollah, affermando che il Libano ha consegnato la sua risposta scritta all'ambasciatore statunitense in Libano e che l'inviato della Casa Bianca Amos Hochstein si sta recando a Beirut per continuare i colloqui. Nessun commento al momento da parte di Israele.
"Il Libano ha presentato i suoi commenti sul documento in un'atmosfera positiva - ha detto Khalil, senza fornire ulteriori dettagli -. Tutti i commenti che abbiamo presentato affermano il rispetto preciso della Risoluzione 1701 con tutte le sue disposizioni”. A questo punto, secondo il consigliere di Berri, il successo dell'iniziativa dipende da Israele, che se non vuole una soluzione "potrebbe creare 100 problemi".
Israele in ogni caso "condurrà operazioni militari" contro Hezbollah anche nel caso di un accordo, ha intanto chiarito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo davanti alla commissione Esteri e Difesa della Knesset. "La cosa più importante non è quello che c'è sulla carta se c'è un accordo, ma il fatto che saremo obbligati, per garantire la sicurezza nel nord, ad effettuare sistematicamente operazioni contro possibili attacchi di Hezbollah, anche dopo un cessate il fuoco”, ha detto Netanyahu.
Secondo il premier, “non c'è alcuna prova che questo accordo sarà rispettato” da Hezbollah, a cui "non permetteremo di tornare alla situazione in cui si trovava il 6 ottobre” del 2023, alla vigilia dell'attacco di Hamas.
Cinque persone sono state ferite stasera alla periferia di Tel Aviv, dopo che la contraerea ha intercettato un missile sparato dal Libano. Lo hanno riferito fonti dei soccorritori israeliani, secondo cui tra i feriti nel sobborgo di Ramat Gan una donna è grave.
"Israele ha il diritto di difendersi dopo il peggior massacro degli ebrei dal tempo dell'Olocausto, ma come si difende conta molto". E' quanto ha detto Joe Biden parlando ai giornalisti prima dell'inizio della prima sessione del G20 di Rio de Janeiro.
"Continueremo a fare pressioni per accelerare un cessate il fuoco che garantisca la sicurezza di Israele e porti a casa gli ostaggi e metta fine alle sofferenze del popolo e dei bambini palestinesi", ha continuato il presidente americano.
"Chiedo a tutti qui di aumentare le pressioni su Hamas, che attualmente sta rifiutando questo accordo", ha concluso, rivolgendosi agli altri leader che partecipano al summit.
Slitta intanto l'annunciata visita in Libano dell'inviato Usa Amos Hochstein. A riferirlo via X è Barak Ravid, giornalista di Axios, che cita funzionari Usa dopo le notizie dei media libanesi secondo cui Hochstein era atteso domani a Beirut. Secondo Ravid, Hochstein ha informato il capo del Parlamento di Beirut, lo sciita Nabih Berri, del rinvio della partenza per Beirut fin quando non avrà maggiori chiarimenti sulla posizione libanese riguardo un accordo per un cessate il fuoco con Israele.
"La situazione a Gaza è apocalittica. Il 70% dei morti sono donne e bambini. A Gaza l'età più frequente tra i morti è cinque anni. Questa è una guerra contro i bambini". Lo sottolinea l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, a Bruxelles al termine del Consiglio Affari esteri.
La proposta avanzata dall'Alto Rappresentante di sospendere il dialogo politico con Israele nell'ambito dell'accordo di associazione tra l'Ue e Tel Aviv è stata intanto respinta dalla "maggioranza" del Consiglio Affari Esteri, spiega lo stesso politico spagnolo.
"La storia - dice - ci giudicherà tutti. Io ho fatto quello che credevo di dover fare: tutti i Paesi hanno chiesto di studiare un modo affinché la guerra di svolga rispettando i principi del diritto internazionale umanitario. Ho presentato un rapporto che raccoglie tutte le informazioni su quello che è successo e, in base a questo rapporto ho fatto una proposta che credo fosse quella che, secondo il mio giudizio, mi spettava come Alto Rappresentante. Ma l'Alto Rappresentante presenta proposte: spetta agli Stati membri approvarle e in questo caso non l'hanno approvata".
"La maggioranza - prosegue - ha ritenuto che sia necessario mantenere il contatto diplomatico con Israele. Fate attenzione: le relazioni diplomatiche degli Stati membri con Israele continuano, ma le riunioni del Consiglio di associazione con Israele si sono interrotte nel 2012. Io ho ripreso a tenere le riunioni del Consiglio di associazione, che erano interrotte da dieci anni. E non pare che mancassero a nessuno. Io ho fatto una proposta: gli Stati membri hanno deciso che è meglio fare un'altra cosa e io non posso che rispettare la decisione presa a maggioranza dai membri del Consiglio", conclude.
"C'è una componente specifica nel loro programma nucleare che è stata colpita in questo attacco". E' quanto ha detto, secondo il Jerusalem Post, il premier israeliano Benjamin Netanyahu davanti alla Knesset in riferimento alla 'risposta' israeliana di fine ottobre all'attacco iraniano del primo del giorno del mese scorso contro Israele.
"Non è un segreto", ha affermato il premier, riporta anche il Times of Israel, precisando come - secondo Netanyahu - l'attacco ha colpito un elemento del programma nucleare della Repubblica Islamica oltre ad aver compromesso le sue capacità di difesa e fabbricazione di missili. Il premier, riferisce ancora il giornale, ha precisato come il percorso dell'Iran sul nucleare non sia comunque stato fermato.
Le parole di Netanyahu arrivano dopo che nei giorni scorsi tre fonti americane e due israeliane avevano rivelato ad Axios che nella rappresaglia del 25 ottobre Israele ha distrutto un impianto di ricerca nucleare a Parchin.
“Il nostro attacco ha colpito i missili dell'asse sciita. L'Iran può rispondere in qualsiasi momento, anche in questo momento, ma questo attacco ci porta più vicini all'obiettivo”, ha dichiarato Netanyahu, secondo cui se l'Iran riuscirà a dotarsi di armi nucleari, “tutte le nostre conquiste crolleranno”. “È una grande minaccia per la nostra esistenza, per gli accordi di pace, per la pace nel mondo. Lavoriamo per impedire l'Iran nucleare”, ha detto ancora il premier israeliano davanti alla commissione.
La capacità di Israele di agire contro il programma nucleare iraniano "sarà rivalutata" insieme agli Stati Uniti una volta che si sarà insediato alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio Donald Trump, ha poi detto il premier israeliano parlando davanti alla commissione Esteri e Difesa della Knesset e precisando che la decisione di Israele di non colpire "alcuno obiettivi" in Iran nella rappresaglia del 25 ottobre per l'attacco missilistico del primo dello stesso mese non è stata presa dietro ultimatum americano.
Sarebbero quattro le persone rimaste uccise in un raid israeliano contro il centro di Beirut. Lo ha riferito il ministero della Sanità libanese, secondo cui "il nemico israeliano ha colpito il quartiere di Zuqaq al-Blat a Beirut, uccidendo quattro persone e ferendone 18".
Almeno una forte esplosione è stata avvertita nella città, riferisce il giornale libanese L'Orient Le Jour, secondo cui sarebbe avvenuta nei pressi di Al-Zahraa Husseiniya, luogo usato per la preghiera dalla comunità sciita, tra le zone di Zuqaq al-Blat e Salim Salam. "Un raid aereo israeliano - ha detto all'agenzia Afp un ufficiale della sicurezza libanese - ha colpito nei pressi di Al-Zahraa Husseiniya".
Un corrispondente dell'Afp ha udito due esplosioni. L'area si trova nella zona centrale della capitale libanese e si tratta della terza operazione in 24 ore.
Una donna è morta e altre dieci persone sono rimaste ferite dal lancio di un razzi di Hezbollah contro Shfar'am, città a maggioranza araba nel nord di Israele. Lo hanno riferito fonti del servizio di soccorso Magen David Adom, secondo cui la donna, sulla settantina, è morta, colpita dalle schegge mentre si trovava in un rifugio.
Un'altra persona è stata arrestata dalla Polizia israeliana, sospettata di essere coinvolta nel lancio, sabato sera, di due razzi di segnalazione contro la residenza privata del premier israeliano Benjamin Netanyahu a Cesarea. Lo riportano i media israeliani, dopo che ieri erano stati annunciati tre arresti.