Per il presidente di Centromarca: "Nostra filiera incide su Pil ma deboli su piano politico"
"E' stato un anno difficile" e anche se "c'è stata una ottima reattività dal punto di vista creditizio" del mondo produttivo ma "come industrie siamo state immediatamente colpite da questa esplosione di costi". A rilevarlo è stato Francesco Mutti, presidente Centromarca e amministratore delegato di Mutti, parlando all'incontro ‘Scenari globali, prospettive italiane: decifrare la complessità per governare il cambiamento’, promosso a Milano da Centromarca.
Come industrie, ha sottolineato Mutti, "ci siamo sentite dire tante volte che dietro" l'aumento dei prezzi "c'era una speculazione da parte nostra ma, una volta usciti purtroppo i bilanci delle aziende, si è visto che dietro" l'aumento dei prezzi "non c'è stata, mediamente, una spinta speculativa", anzi "purtroppo c'è stata una contrazione del margine a fronte di un incremento dovuto al costo dei fattori produttivi".
"Noi siamo tra le filiere che incidono di più in termini di Pil ma il nostro peso politico come filiera è ancora basso". E ha evidenziato i rischi di una "disunione" fra le imprese della filiera ed ha aggiunto: "Chiedere un tavolo comune per bloccare i listini in un momento in cui le aziende soffrono non è il caso".
"Quello su cui" come filiera "dovremmo lavorare oggi , immaginando uno scenario di rientro della spirale inflazionistica, è lavorare su alcuni progetti molto condivisi" su "obiettivi di peso" e "la nostra voce in capitolo sarebbe significativamente diversa". "Ogni tanto - ha osservato l'ad di Mutti - ci sentiamo tirare per la giacchetta quando c'è una necessità distributiva". "Secondo me - ha argomentato inoltre Mutti - come filiera potremmo fare veramente tanto". Mutti ha ricordato che "come filiera del pomodoro, una tra le più povere, in 10 anni siamo riusciti a fare una filiera e siamo riusciti a portare degli elementi di valore in un deserto culturale". "Secondo me se riuscissimo, con la progettualità di ognuno, a creare qualcosa e anche a darci degli obiettivi di peso, per una filiera che ha peso sul Pil nazionale, la nostra voce in capitolo potrebbe essere significativamente diversa e potremmo migliorare ulteriormente alcuni aspetti, sia a livello legislativo che dal punto di vista esecutivo", che alla fine si traducono "nella capacità di portare migliori prodotti e sempre più alta qualità con una incidenza sempre più bassa rispetto alla capacità di spesa del nostro consumatore" ha concluso.