Il docente a Siena nel Master in Divulgazione Scientifica racconta l’esperienza di realtà come Scienzintasca: “Oltre cento scienziati e ricercatori attivi nel lavoro di divulgazione”. Cresce in rete e nei Social il bisogno di consapevolezza.
Mai come in questi ultimi anni il tema dell’informazione è centrale nel dibattito sociale. Dalla politica alla salute, dall’attualità all’economia, il fenomeno delle fake news indirizza quotidianamente migliaia di persone verso credenze che hanno ben poco a che fare con verità scientifiche, o comunque con teorie messe al vaglio da esperti.
Non a caso il tema della divulgazione diventa sempre più impellente all’interno della comunità scientifica, la quale nel passato ha dato poco peso a un aspetto che oggi diventa imprescindibile per diffondere conoscenza: il rapporto con la società civile, come spiega Edoardo Cherubini, ricercatore e docente all’Università di Siena nel Master in Divulgazione Scientifica:
«Qualunque studioso, nel proprio ambito, fa ricerca per il bene della società. Prendiamo in considerazione la salute: nel momento in cui uno scienziato scopre una cura in grado di salvare milioni di vite, avrà dato un enorme contributo al benessere della popolazione. Allo stesso tempo, però, se non si è curato l’aspetto della divulgazione, non è detto che la società civile accetti la novità senza alcuna diffidenza».
Una diffidenza che, nell’era dei Social, diventa sempre più difficile da fronteggiare, se non con un’attività di comunicazione in grado di diffondere consapevolezza e spirito critico.
È con questo obiettivo che sono nate realtà come Scienzintasca, di cui lo stesso Cherubini è responsabile scientifico:
«Parliamo di un’associazione che coinvolge attivamente più di cento scienziati in Italia e che ormai da anni muove un importante dibattito in rete e sui Social grazie a migliaia di follower».
Salute, ambiente, alimentazione e tanto altro. L’attività di divulgazione svolta da Scienzintasca, dagli articoli alle iniziative su tutto il territorio nazionale, è un esempio di come il sapere e le nuove scoperte possano essere comunicate alla società in maniera semplice e diretta, alimentando un rapporto fra scienziati e comunità civile che non è mai stato così vivo.
«Nella mia attività di docente e divulgatore – spiega Cherubini – noto che all’interno della comunità scientifica cresce sempre di più la necessità di comunicare all’esterno il proprio lavoro. Ciò sta portando a reti e sinergie sempre più dinamiche».
La stessa Scienzintasca vanta collaborazioni con le più importanti fondazioni e realtà nazionali, promuovendo iniziative in tema di salute e ricerca.
Nel complesso, però, Cherubini pone l’attenzione su un dinamismo in crescita non soltanto grazie a iniziative private:
«Sul tema c’è fermento anche a livello istituzionale. Il Ministero dell’Istruzione, ad esempio, sta promuovendo diversi bandi volti a favorire il potenziamento della divulgazione scientifica. A livello universitario il Master in Divulgazione Scientifica a Siena è uno degli esempi di iniziative virtuose che in ambito accademico prendono piede in tutta Italia».
La strada per alimentare conoscenza e spirito critico sembra dunque tracciata. Anzi, come conclude Cherubini, è un percorso dal quale non si può più tornare indietro:
«La divulgazione ha ridotto tantissimo la distanza fra mondo scientifico e società civile e questo è un aspetto che va curato sempre di più per alimentare fra i cittadini conoscenza e spirito critico».
Contatti: https://www.dottedoardocherubini.it/