Roma, 21 dicembre 2023 - USANA - azienda americana specializzata nella formulazione e produzione di integratori per il benessere psico-fisico, attiva anche in Italia - ha scelto di avvalersi per il proprio business del modello della vendita diretta, e in particolare del social sellin g. Presente in 24 Paesi nel mondo, la società oggi dispone di una rete di oltre 640.000 collaboratori.
Ma quali sono i lati positivi di questa particolare metodologia di vendita che, complice la grande diffusione dei social network, sta prendendo sempre più piede negli ultimi anni? Ce lo raccontano quattro incaricate italiane di USANA, quattro donne con storie ed esigenze diverse, ma accomunate dalla voglia di crescere, far valere le proprie capacità e, perché no, averne anche un adeguato riscontro economico.
Francesca, 41 anni, romana, dopo essersi diplomata come tecnico del suono, ha lavorato per qualche anno nel settore radiofonico. Nella sua vita Francesca ha bruciato le tappe: a 20 anni è andata a vivere da sola, a 23 si è sposata, l’anno successivo è diventata mamma e a 28 anni si è separata. Non voleva tornare a casa dei genitori, ma l’impiego da commessa part time non le garantiva entrate sufficienti. Il suo desiderio più grande era trovare un lavoro che le consentisse di essere un punto di riferimento per suo figlio e di passare del tempo con lui. Francesca ha conosciuto il network marketing 7 anni fa grazie ad un’amica e per lei è stata davvero una seconda chance. Si è appassionata molto a questo lavoro e in breve tempo si è licenziata dal vecchio impiego. Per Francesca il network marketing è un’attività che fa crescere molto a livello personale, grazie al confronto con tante altre persone, e che spinge a superare costantemente i propri limiti, ad ogni età. Ad esempio, nel suo team ci sono nonne che curano i propri nipoti ma vogliono essere impegnate anche in qualcosa d’altro, oppure mamme casalinghe che però non vogliono isolarsi dal mondo esterno. La cosa più importante per Francesca è essere riuscita a dimostrare a suo figlio che se davvero si vuole realizzare qualcosa nella vita, il modo di farlo c’è.
Martina, 34 anni, di Roma, ha iniziato a lavorare giovanissima come commessa, subito dopo il diploma di liceo linguistico. I suoi genitori erano separati e Martina voleva trovare una propria sistemazione il prima possibile. Ha lavorato per 7 anni full time, 6 giorni a settimana, senza permessi e pochissime ferie. A 22 è riuscita ad accendere un mutuo per l’acquisto di una casa, ma era totalmente insoddisfatta, si sentiva in gabbia e da solare ed empatica è diventata sempre immusonita e triste. Finché un giorno, la persona che le stava decorando le pareti di casa le ha parlato del network marketing. Ha iniziato ad andare agli incontri, quasi tutte le sere dopo il lavoro. Dopo circa 2 anni e mezzo è rimasta incinta e si è licenziata dal negozio; ora suo figlio ha 7 anni e grazie a questo tipo di lavoro Martina riesca a seguirlo al meglio. In questi anni ha lavorato solo per due aziende, la terza è USANA. È stata la prima ad essere contattata per creare la rete vendita italiana, ha accettato perché ha scoperto un’azienda con 30 anni di storia alle spalle, più di 1 miliardo di fatturato, quotata in Borsa dal 1994… ma soprattutto un’azienda che voleva creare una rete vendita con dei valori, dandole la possibilità di scegliere le persone e plasmare il lavoro a sua immagine e somiglianza.
Sara, 44 anni di Savona, dopo il liceo linguistico ha frequentato all’università Conservazione dei beni culturali, indirizzo archeologico. Ma a 4 esami dalla laurea si è fermata perché aveva bisogno di lavorare. Ha sempre fatto la commessa, arrivando a diventare capo area con la responsabilità di una quindicina di negozi, ma con la paga di uno solo. Per due anni ha lavorato tantissimo perché i negozi andavano rilanciati, poi l’azienda è entrata in bancarotta fraudolenta e Sara si è ritrovata da un giorno all’altro senza lavoro e con un affitto alto. È stato un vero shock, dopo qualche mese ha trovato lavoro in un altro negozio ma a quel punto le pesava troppo rimanere rinchiusa tutto il giorno tra quattro mura. Voleva un lavoro online e nel 2015 ha iniziato col network marketing; è stata tra le pioniere del social selling, ricevendo anche molte critiche. Nel giro di tre mesi ha raggiunto lo stipendio che percepiva in negozio, quindi ha deciso di licenziarsi e dedicarsi solo al network marketing. Secondo Sara è un lavoro che potenzialmente tutti possono fare, ma ci vogliono una mentalità imprenditoriale, una grande determinazione, impegno e costanza.
Infine per Valentina, 34 anni di Schio (Vicenza) , il network marketing è stata anche l’opportunità per cambiare il proprio carattere chiuso e per aprirsi al mondo. Ha frequentato il liceo artistico a indirizzo architettura e design, poi un corso di due anni per architettura di interni e ha iniziato a lavorare nel settore. Il suo lavoro le piaceva, ma lo stipendio era basso, le avrebbe fatto comodo un’entrata in più. Una ragazza che conosceva su Facebook le ha parlato del network marketing, ma Valentina era estremamente timida, non pubblicava nulla sui social, addirittura chiedeva ad altri di ordinare per lei al ristorante! Quindi non pensava proprio di poterlo fare. In realtà già dal terzo mese ha iniziato a guadagnare come il suo stipendio e quando ha deciso di licenziarmi la sua famiglia l’ha appoggiata, anche se all’inizio erano un po’ scettici. Il social selling le ha dato la possibilità di passare più tempo con la sua nipotina, che non vedevo mai, e stare con il padre che ha problemi di salute, per Valentina questa è la cosa più importante. E soprattutto, le ha permesso di superare i suoi limiti: dall’essere così timida, a marzo Valentina parlerà sul palco della convention europea di USANA!
Storie diverse, dunque, situazioni ed esigenze differenti, ma tutte accomunate da un sapore di rivalsa, di successo, di soddisfazioni economiche e personali ottenute non senza impegno e fatica, ma che nel mercato del lavoro tradizionale è spesso impossibile raggiungere.
USANA pone al centro dei propri valori aziendali il benessere dei propri incaricati, a cui offre supporto, costante formazione, retribuzioni adeguate agli obiettivi raggiunti, ma soprattutto etica e un forte senso di “essere in famiglia”, come hanno sottolineato Francesca, Martina, Sara e Valentina.
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