20 maggio 2024. La digitalizzazione ci ha condotto ad un sempre maggior grado di civiltà. Intesa anche e soprattutto nel saper vivere, con rispetto per il prossimo. Mettendo a disposizione, in modo democratico, i saperi universali. Questo ha comportato un innalzamento della asticella in termini di benessere collettivo. Tanto che si è arrivati a discutere di felicità, anche sul luogo di lavoro, dove, del resto, molti di noi trascorrono buona parte del loro tempo. Si tratta di temi dai risvolti nuovi. Ogni imprenditore ha la sua visione e versione della felicità in fabbrica che, spesso, è in linea con l'aspettativa di una vita felice, anche da un punto di vista personale. Dalla terra sabauda, il monito è comune, anche per Dario Gallina, imprenditore presso la Gallina Spa e presidente della Camera di Commercio di Torino: 'Servono fasi di sofferenza per trovare poi la felicità, o la serenità che porta alla felicità. Accade anche in fabbrica. Insieme ad un certo rigore morale, nel dire le cose e mantenerle; nel contesto professionale, penso offra felicità in chi si attiene a questo moto d'animo. In fabbrica, serve lavorare per un ambiente coeso e di collaborazione, verso un unico obiettivo comune, e felice'. Maurizio Traversa, ceo della torinese Eurofork: ‘Bene che si parli di felicità nei luoghi di lavoro - spiega - direi che, nel mio caso, serve partire da una base di serenità. Senza un animo sereno non si può certo ambire nemmeno a scampoli di felicità. Quando arrivo in azienda mi chiedo sempre: che umore c’è oggi? Sono sempre preoccupato di capire come stanno gli altri e fare in modo che possano lavorare con serenità. Potrei dire che la felicità è un allineamento fra i propri valori e ciò che si fa. Se le due cose combaciano penso che possa essere questa una ottima base per una vita lavorativa ed anche personale serena ed a momenti, anche felice’. Marco Piccolo, altro piemontese, ceo di Reynaldi, non ha dubbi: ‘Sul benessere dei lavoratori si gioca la partita. Non possiamo più permetterci di avere in seno persone che non stanno bene mentre lavorano. Un luogo di lavoro accogliente e ricco di servizi, anche per il lavoratore (la palestra ad esempio, con un personale trainer a disposizione), è uno dei modi per creare un ambiente che punta al welfare’. Lei è felice? ‘Si lo sono. Perché realizzo nella vita ciò che ho sempre desiderato fare, in linea con la mia scala valoriale’. Per Angelica Ferri Personali, emiliana, dalla terra dei motori, proprietaria di una dimora storica, Villa La Personala, oggi resort di lusso: ‘Più che felicità nei luoghi di lavoro, parlerei di un ambiente accogliente e stimolante perché permette alle persone di trovare serenità e anche risposta alle loro richieste. Il dialogo è fondamentale. Il lavoro inoltre deve portare stimoli, altrimenti se diventa ripetitivo e noioso crea malessere. E’ fondamentale trovare soddisfazioni in quello che si fa e riconoscimento negli obiettivi che si raggiungono’. Dalla friulana Tecnest, giunge una riflessione dal suo presidente, Fabio Pettarin: ‘Il mondo della fabbrica è molto cambiato negli ultimi anni e non a caso, le persone, e la loro valorizzazione rientrano tra i tre elementi cardine attorno ai quali gira la nuova transizione 5.0 (persone, sostenibilità e resilienza). Tutte le più moderne e recenti tecnologie, come i software per il mondo della fabbrica ma anche l'intelligenza artificiale, si pongono come obiettivo quello di sgravare l'uomo dal lavoro ripetitivo ed usurante, divenendo quindi preziose alleate anche della filosofia della quinta rivoluzione industriale. Ecco quindi che la tecnologia diventa un potente mezzo per avvicinare e valorizzare le persone ed aumentare quel senso di soddisfazione e felicità professionale che fa poi la differenza in ogni ambiente di lavoro. Anche in fabbrica, dal management agli operativi di reparto, stiamo assistendo a grandi cambiamenti: parliamo oggi di organizzazione completamente diverse più flessibili, più agili e più affini e vicine al mondo tecnologico. In questo senso felicità e tecnologia sono indissolubilmente legate nell'essere motore propulsivo di creatività e crescita’. Antesignano della felicità sul luogo di lavoro è Fabio Storchi, promotore dell’economia civile, presidente del Gruppo emiliano romagnolo dei Cavalieri del Lavoro: ‘Senza la realizzazione personale e professionale del lavoratore che passa inevitabilmente, da ciò che fa, non può esistere una società felice. Quindi, la felicità in fabbrica ha un valore oserei dire antropologico per lo sviluppo della nostra società, intesa come comunità di persone che compongono le aziende’. Friuli Coram, il colosso della sanità privata, convenzionata friulana, cerca di portare il benessere dei lavoratori fuori e dentro le mura delle sedi dove vengono trasferiti servizi essenziali che hanno a che vedere con la salute dei cittadini. Il personale di Friuli Coram veste divise uguali per tutti i suoi addetti, in senso di rispetto e professionalità verso l’utente. Alessia Rampino, amministratore, è ferma sul concetto di dialogo e condivisione: ‘E’ necessario discutere dei problemi ed affrontarli con la necessaria pazienza e la voglia di capire il prossimo, si crea in questo modo un ambiente ‘aperto’, in cui tutto è chiaro a tutti, senza non detti o situazioni inespresse. E’ un lavoro quotidiano sulle persone, molto faticoso, direi però indispensabile che conduce ad un ambiente sereno ed anche felice’.
Ufficio Stampa
Francesca Schenetti
Ti Lancio, agenzia di stampa quotidiana