
Il vertice di domenica 2 marzo a Londra alla presenza di Zelensky, ricevuto anche da Re Carlo, ha portato ad un accordo su quattro punti: continuare con gli aiuti militari all’Ucraina e intensificare le sanzioni economiche alla Russia; assicurare la sovranità e la sicurezza dell’Ucraina, con Kiev al tavolo di ogni trattativa; aumentare le capacità di difesa degli ucraini nell’eventualità di un accordo di pace, per scoraggiare ogni futura invasione e, infine, dare vita ad una "coalizione dei volenterosi" per garantire la pace grazie a un contingente militare da inviare in Ucraina. Resta la speranza di una partecipazione diretta degli USA. La proposta franco-britannica prevede anche una tregua limitata di un mese «nell’aria, nei mari e nelle infrastrutture energetiche» ma, su quest’ultimo punto, i 19 leader presenti a Londra hanno sensibilità diverse a partire dall'Italia. “Penso che sia un errore togliere dal tavolo la discussione sulla cornice atlantica - ha detto la premier Giorgia Meloni confermando la perplessità sull'invio di truppe. Da lì bisogna ripartire, non da soluzioni che escludono completamente il modo di difenderci che conosciamo. È come se avessimo corso un po' troppo”. Sul punto, Macron ha lanciato un appello dalle pagine del Foglio: “Se vogliamo essere credibili come europei nel nostro sostegno a lungo termine all’Ucraina, dobbiamo essere in grado di fornire delle garanzie di sicurezza solide. Stiamo cercando di muovere le cose. E abbiamo bisogno dell’Italia, di un’Italia forte che agisca a fianco della Francia, della Germania, nel concerto delle grandi nazioni. (...) È necessario che l’Italia sia al nostro fianco, che si impegni in questo percorso, e che lo faccia da grande Paese europeo, sulla scia di quanto ha fatto Mario Draghi. In questo momento dobbiamo restare uniti”. Il Premier Meloni ha dichiarato di essere “molto dispiaciuta per quello che è accaduto (tra Trump e Zelensky) ma in questa fase non serve a nessuno lasciarsi andare alle tifoserie” e ha ribadito la necessità di arrivare a una “pace duratura e giusta in Ucraina. Sul come, la discussione diventa più complessa”. Lo stesso Zelensky condivide l'insistenza di Giorgia Meloni a “non favorire la divisione dell'Occidente, che sarebbe esiziale per tutti” e a non dare quindi ormai per perso il rapporto con Washington. “L’Europa oggi non è pronta a prendere il posto degli Stati Uniti nella nostra difesa. Senza gli Usa perdiamo la guerra” ha affermato Zelensky che sarebbe pronto a siglare l’accordo sulle terre rare con gli USA che avrebbe dovuto essere firmato venerdì scorso. La Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha dichiarato che presenterà un "piano complessivo" al vertice di giovedì prossimo per "riarmare l’Europa" con urgenza.
Sui diversi scenari si divide la politica nazionale, già nel fine settimana si sono tenute le prima manifestazioni in piazza pro-Ucraina animate da Azione. Si confermano le divisioni nel cosiddetto “campo largo” all’interno del PD, tra la maggioranza e i riformisti, e tra il PD e il Movimento 5 stelle che rimane contrario all’aumento delle spese militari. Anche all’interno della maggioranza il tema dell’Ucraina continua a creare fratture, soprattutto tra Lega e Forza Italia. Il partito guidato da Tajani, infatti, ha ribadito il proprio europeismo e atlantismo auspicando l’unità dell’occidente, la Lega, invece, difende l’approccio del Presidente USA per una pace rapida senza nuovi impegni militari.