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Il presidente della Crusca, 'Roma non discute la superiorità di Firenze'

Prima intervista del nuovo presidente della secolare istituzione di Firenze partendo da una scherzo da battuta

Il presidente della Crusca, 'Roma non discute la superiorità di Firenze'
29 aprile 2023 | 15.20
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"La fiorintinità della lingua italiana non può essere messa in discussione nemmeno da un romano". Scherza il nuovo presidente dell'Accademia della Crusca, Paolo D'Achille, 67 anni, nella sua prima intervista all'Adnkronos dopo la nomina al vertice della secolare istituzione fondata a Firenze nel 1583 per custodire il tesoro della lingua italiana di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio.

"Sono il primo presidente romano della Crusca cresciuto alla grande scuola del professore Francesco Sabatini, mio predecessore in questo prestigioso incarico, e di sicuro il mio incarico non va letto come una sottomissione di Firenze a Roma - dichiara sorridendo l'illustre linguista professore dell'Università di Roma Tre - La lingua toscana in bocca romana è una storia di vecchia data e segnata da una dialettica secolare, anche giocosa".

"Scherzi a parte - sottolinea D'Achille succeduto nell'incarico al professore Claudio Marazzini - è un grande onore per me presiedere l'Accademia della Crusca. E' una grande soddisfazione ma anche un notevole impegno che affronterò con l'obiettivo di far stare al passo con il mutare dei tempi e seguire con puntualità l'evolversi della sensibilità linguistica nazionale. Avvieremo nuovi progetti di ricerca e nuove iniziative dedicate all'italiano di ieri e di oggi (anche in cooperazione con altri enti e centri di ricerca nazionali e internazionali)".

Tra gli sforzi del neo presidente della Crusca anche "il rafforzamento, in un momento storico certamente non facile, del ruolo dell'Accademia come punto di riferimento imprescindibile per quanto attiene alla lingua italiana, incrementando l'alta formazione in campo linguistico, la promozione e la diffusione della lingua italiana, sia in Italia sia all'estero, e rispondendo alle richieste provenienti dalla scuola, dalle istituzioni e dalla società".

L'elezione di Paolo D'Achille è avvenuta in una fase della vita nazionale in cui la politica è tornata ad occuparsi della lingua italiana, anche con proposte di legge depositate in Parlamento, "e questa rinnovata attenzione è sicuramente un dato positivo", quando ad esempio "lancia un allarme per l'invadenza dell'inglese all'interno della pubblica amministrazione". Avverte però il presidente dell'Accademia cella Crusca: "La politica linguistica va fatta bene, con senso logico e razionale, non pensando a impossibili ritorni al passato. Se si intende fare delle operazioni antiscientifiche è meglio lasciar perdere".

Il linguista auspica perciò "una maggiore e continua interlocuzione" con i ministeri e con gli altri enti pubblici sia sul piano della consulenza che della ricerca per quanto l'Accademia della Crusca può offrire nel campo delle proprie competenze. Quanto all'invadenza dell'inglese, che oggi "è la lingua di prestigio sul piano internazionale", D'Achille invita non solo a guardare all'abuso che talvolta viene fatto delle troppe parole straniere che infarciscono la comunicazione ma anche "a difendere meglio la consolidata struttura grammaticale italiana da prestiti inglesi che vanno ad urtare nostri modelli".

(di Paolo Martini)

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