Il presidente del collegio di appello della Camera: "Ha diritto di rappresentare parte dell'elettorato. Obbligo non ha carattere sanitario ma burocratico"
"La motivazione è soltanto di ordine costituzionale come riporta il decreto che ho già notificato sia alla Camera che alla ricorrente che al tribunale interno di primo grado". Andrea Colletti, parlamentare di Alternativa e presidente del collegio di appello della Camera dei deputati, spiega così all'Adnkronos le motivazioni che lo hanno spinto ad accogliere il ricorso di Sara Cunial, nota per le posizioni No Vax, contro l'obbligo di green pass per entrare a Montecitorio.
La sua decisione non rischia di creare un precedente? "Il punto è che non si può non permettere a un parlamentare di rappresentare tutta una parte di elettorato per una motivazione che non ha un carattere chiaramente sanitario ma che rischia di averne uno più burocratico, diciamo". Il green pass non è una misura sanitaria? "Nel decreto c'è scritto che non può entrare chi è positivo e chi è in quarantena. Sono queste le motivazioni sanitarie".
Ma c'è solo il caso della Cunial all'attenzione dei 'tribunali' interni della Camera? "A livello di parlamentare a me è arrivato solo il ricorso della Cunial ma so che dovrebbero esserci altri casi all'esame del primo grado. Poi ci sono ricorsi anche di dipendenti della Camera e su questi, avendo profili diversi, ci riserviamo di decidere". Ovvero i dipendenti non hanno le prerogative del parlamentare? "Io devo far rispettare l'interpretazione dei diritti costituzionali, non faccio questioni politiche. Del resto ci troviamo in una situazione del tutto inedita. La decisione del collegio dei questori sul green pass è esplosiva, non si era mai avuta una cosa del genere nella storia di Montecitorio".