Il leader di Forza Italia 'torna' al Senato: "Se oggi Meloni premier perché 28 anni fa scesi in campo"
''Oggi io non farò sfoggio della mia eloquenza, perché ho tante, tante, cose da dire, e quindi mi sono scritto diligentemente tutto quanto... Quindi, signor presidente del Senato, onorevoli senatori, signor presidente del Consiglio, sono felice di essere qui e devo dirvi che sono felice anche perché 3 ore fa ho avuto il mio 17esimo nipotino...Evviva!''. Nove anni dopo la 'decadenza' Silvio Berlusconi torna in Aula al Senato ed è subito show. In doppiopetto blu in stile '94, in piedi inizia a leggere il suo discorso sulla fiducia al governo Meloni. Seduti al suo fianco la fedelissima Licia Ronzulli, neo capogruppo proprio a palazzo Madame e l'ex ministro dei suoi esecutivi Maurizio Gasparri.
Il Cav esordisce con uno dei suoi colpi di teatro che strappa l'applauso dell'emiciclo, veste i panni del 'nonno d'Italia' annunciando l'ennesimo fiocco azzurro in casa. L'ex premier sorride, appare raggiante, nel giorno della sua revanche dopo l'espulsione proprio da questi banchi a causa della legge Severino e si prende la scena: ''Comunque, è per me un motivo di soddisfazione riprendere la parola al Senato dopo 9 anni e farlo proprio quando il popolo italiano ha scelto ancora una volta di affidare il governo del Paese a una coalizione di centrodestra''.
L'ex premier rivendica poi il ruolo di 'padre fondatore' del centrodestra, lasciando intendere che si ritaglierà ancora il ruolo di kingmaker: ''E' una coalizione a cui ho dato vita 28 anni fa e ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica. Ha realizzato una democrazia compiuta, di tipo europeo, basata sull'alternanza tra due parti, legittimata dal voto degli italiani...". Berlusconi ricorda, di fatto, di aver 'sdoganato, in particolare, chi oggi si trova alla guida di palazzo Chigi: ''Se oggi, per la prima volta, al governo del Paese, per decisione degli elettori, c'è un esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo si è reso possibile, perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme, hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per il nostro paese...''.
Sul fronte programmatico Berlusconi ne approfitta per ribadire la necessità della riforma del fisco e della giustizia, due suoi cavalli di battaglia: ''La riforma del sistema giustizia è una priorità irrinunciabile per una questione non solo di durata ragionevole dei processi''. Serve una ''riforma davvero garantista, non contro la magistratura, ma per il diritto, per l'equità, per la libertà''.
''Siamo ben consapevoli - ha affermato - delle difficoltà che abbiamo dinnanzi. Così come siamo consapevoli delle attese degli italiani e delle responsabilità che abbiamo nei loro confronti. Le imprese e le famiglie sono in difficoltà e chiedono aiuto. Non possiamo lasciarle senza risposte. Ma abbiamo soprattutto il dovere di andare avanti, perché abbiamo di fronte nuove emergenze che sono motivo di grave allarme sociale''.
''E' ben chiaro in noi la consapevolezza dei problemi strutturali del nostro Paese. La consapevolezza del carico fiscale insostenibile su famiglie e imprese, la consapevolezza della lentezza della burocrazia e dell'inefficienza del sistema giudiziario. Certamente, una delle priorità da approvare nel più breve tempo possibile è la riforma della tassazione, per un fisco più equo e leggero, pur nella necessità di non disattendere i vincoli di bilancio che l'Europa e i mercati ci impongono".
Quindi si sofferma sulla guerra in Ucraina, rievoca il ''miracolo'' di Pratica di Mare poi sconfessato dal conflitto attuale e ribadisce più volte che ''è sempre stato uomo di pace, al fianco dell'Occidente, della Nato e degli States''. ''Noi non possiamo che confermare la nostra solidarietà all'Occidente, io, lo sapete, sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace e sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell'Europa, della Nato e degli Stati Uniti. Come ho avuto modo di ricordare solennemente davanti al Congresso americano". "Noi dobbiamo lavorare per la pace, e lo faremo in pieno accordo con i nostri alleati occidentali e nel rispetto della volontà del popolo ucraino. Su questo la nostra posizione è ferma e convinta, è assolutamente chiara e non può essere messa in dubbio da nessuno, per nessun motivo'', ha assicurato Berlusconi.
''Al presidente del Consiglio e al governo, i miei, i nostri migliori più convinti a affettuosi auguri per tutti i prossimi cinque anni di lavoro. Vi ringrazio...'', ha concluso Berlusconi tra gli applausi, in particolare degli azzurri, che si sono tutti levati in piedi. Anche dai banchi del governo è partito l'applauso convinto dei ministri.