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Covid e variante inglese

Galli: "Smentito dal Sacco su varianti? Vediamo tra 15 giorni"

L'infettivologo: "Non dirò più una parola, poi vedremo chi ha ragione e chi ha torto"

Foto Fotogramma
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18 febbraio 2021 | 16.34
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"Smentito dall'ospedale Sacco sulle varianti del Covid? Io non dirò più una parola, quello che farò è solamente aspettare 15 giorni: poi vedremo chi ha ragione e chi ha torto". Il professor Massimo Galli, primario di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, torna così sull'allarme da lui lanciato nei giorni scorsi in merito alla diffusione della mutazione inglese del Covid in Italia.

Durante la trasmissione 'L'Aria che tira' su La7, la conduttrice Myrta Merlino ha letto una smentita del Sacco alle recenti affermazioni di Galli, che ha riferito di avere "il reparto invaso dalle nuove varianti" e che questo problema "riguarda tutta Italia e mi induce a dire che presto avremo problemi più seri".

Secondo il Sacco, ha detto la giornalista, "tali affermazioni al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all'interno del presidio: su un totale di 314 positivi ricoverati al sacco dal 31 dicembre al 4 febbraio appena 6 campioni sequenziati su 50 sono risultati affetti da variante inglese".

"Posso dire che esistono due velocità diverse: quella del laboratorio di ricerca che dirigo e che ha determinati dati, che riguardano il mio reparto e poco altro, e quelli credo successivamente garantiti dall'ospedale. Ma mi pare veramente una questione che definire di lana caprina è dire poco", è stata la replica di Galli durante il programma.

"Se vogliamo divertirci su questa questione, divertiamoci. Tra 15 giorni voglio vedere la percentuale di varianti inglesi isolate sul totale delle valutazioni fatte. Se poi per motivi politici si ha paura di affrontare determinati argomenti perché non sono comodi, francamente non so cosa farci".

"In questo momento -ha aggiunto l'infettivologo del Sacco- spero che il governo Draghi possa andare avanti su determinate cose. Per quanto mi riguarda posso dire che da aprile abbiamo messo in piedi un gruppo di lavoro, che è diventato nazionale e che ora ha più di 70 centri partecipanti, per studiare le sequenze e le varianti virali; che come gruppo abbiamo già pubblicato diversi lavori scientifici su riviste internazionali su questo tema; che stiamo andando avanti a studiare e abbiamo altri dati che credo possano essere importanti. In tempi più recenti c'è stato un generale risveglio di interesse su questo, sempre meglio tardi che mai".

Galli ha ricordato che "in Inghilterra hanno investito 20 milioni di sterline per fare questo genere di ricerca a livello nazionale, non credo che ci sia un problema da parte dell'attuale governo né di quello precedente nell'affrontare questo tema. E' stato prospettato un consorzio nazionale, sono state date indicazioni, ora finalmente se ne parla. Che si faccia scandalo perché attualmente il problema c'è, e verosimilmente c'era anche un mese fa anche se in misura inferiore, trovo che sia uno dei soliti andazzi della politica in Italia".

"Per quanto mi riguarda -ha concluso-, chi ha voglia di chiacchierare chiacchieri pure, anche sui social. Il dato di fondo è che purtroppo il problema esiste e posso aspettare gli eventi per vedere chi ha ragione e chi ha torto, non tranquillamente perché la cosa mi preoccupa".

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