L'ex assessore alla Lombardia per la prima volta in tv dopo avere lasciato l'incarico: "Io sindaco Milano? Conosco la mia città al meglio"
Letizia Moratti "mi ha chiamato, ci siamo parlati ma non siamo riusciti a vederci. Mi ha detto: 'ti sono vicina, so del grande lavoro che hai fatto'. Mi ha detto che ho fatto un buon lavoro. Parole che ho apprezzato. Anche Berlusconi mi ha chiamato quando ho lasciato l’incarico, mi ha espresso vicinanza umana. Mi ha chiesto di dare un contributo a livello nazionale vista l'esperienza maturata nella sanità. Mi è stato sempre vicino". E' uno stralcio della lunga intervista di Giulio Gallera, ex assessore al welfare di Regione Lombardia, ospite della trasmissione 'Iceberg' di Telelombardia che andrà in onda stasera.
Gallera torna in tv per la prima volta da quando ha lasciato l’incarico di assessore e ha deciso di raccontare la sua verità. Al nuovo assessore Moratti "auguro di non avere il linciaggio mediatico che ho avuto io" ha spiegato Gallera. Quanto a Bertolaso, "è un uomo serio - ha sottolineato Gallera - se ha detto che ha un piano per vaccinare tutti i lombardi entro giugno avrà un suo fondamento. Ci sono degli elementi di criticità: i vaccini e la mancanza di personale. Fino ai primi di gennaio non abbiamo avuto nessuna conferma sul personale aggiuntivo che era stato promesso. Dobbiamo tenere presente che l'approvvigionamento dei vaccini è estremamente critico".
Poi replicando a chi gli chiedeva chi abbia sbagliato sulla questione Lombardia zona rossa per errore, Gallera ha spiegato: "I nostri dati sono sempre stati ritenuti corretti dall'Iss. Mi sono stupito di quello che hanno detto. Regione Lombardia non ha sbagliato, ha sbagliato l'Iss a elaborarli. I dati che mancavano sono sempre stati corretti". Fontana aveva detto che era stanco, per questo ha lasciato. Era stanco veramente? "Ero stanco, era evidente - ha detto Gallera -, ma ero pronto a continuare nonostante la fatica. Io avrei continuato con il mio impegno".
Quanto all'accanimento contro di lui "molte cose sono falsità e mistificazioni - ha osservato Gallera -. La Lombardia operava e andava avanti e questo a qualcuno ha dato fastidio. L'unica cosa è stata l'infelice semplificazione sull'RT. Ma era tale la voglia di comunicare che lo sforzo dei lombardi era servito a qualcosa che ho semplificato. Io in coscienza ho fatto il meglio che si poteva fare. Errori se ne commettono è normale ma non ho niente da rimproverarmi sulle cose importanti e strutturali. Ho fatto il massimo che si poteva fare. Con gli strumenti che avevamo abbiamo fatto il massimo".
Quanto ai piani per il futuro, "nella politica uno non può pensare di essere eterno - ha concluso Gallera -. Il sindaco di Milano? Conosco la mia città al meglio ma adesso tiro il fiato poi vedremo cosa accadrà".