Dossier degli 007 italiani su tutti, sin dagli anni '70. "Quando arrivai al Viminale, nel '94, c'erano faldoni, documenti cartacei su tantissimi personaggi, a partire da Silvio Berlusconi, quelli di Fi e tanti altri". Lo rivela l'ex ministro dell'Interno del primo governo Berlusconi, Roberto Maroni, parlando con l'Adnkronos. Maroni prende spunto dal caso Lucio Battisti, 'attenzionato' dai servizi per presunti finanziamenti all'estrema destra, per ricordare i tanti documenti archiviati dell'intelligence, di cui venne a conoscenza.
Maroni rammenta due episodi "quello del fascicolo dedicato a Nicola Mancino, mio predecessore all'Interno, su cui c'era un dossier e quello su Cossiga". "Mi colpì che i nomi in testa ai faldoni non c'entrassero nulla con i personaggi dossierati, per esempio, nel caso di Cossiga c'era scritto 'Il Tirreno', nessuno avrebbe potuto scoprirlo, solo chi sapeva che il primo documento archiviato, relativo all'ex presidente della Repubblica, era una sua intervista al quotidiano toscano". Una procedura per non permettere neanche al ministro di sapere su cosa lavoravano gli 007. "Certo poi li feci aprire, erano quasi tutti vuoti", aggiunge Maroni.